L’Ordine degli Avvocati di Catania scende in campo “contro l’immobilismo”: prevista conferenza stampa

CATANIA – Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania aderisce alla manifestazione nazionaleSalviamo la Giustizia: delegittimata, paralizzata, indifesa. Ora basta!“, promossa dall’Organismo Nazionale Forense, che si terrà in contemporanea a Roma e in tutti i distretti del paese, martedì 23 giugno.

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania terrà una conferenza stampa nella bibliotecaAvv. Nino Magnano di San Lio” del Consiglio dell’Ordine, nel Tribunale di Catania (piazza Giovanni Verga), martedì 23 giugno alle ore 10.

Nel corso della conferenza stampa verrà presentato lo stato dell’arte della crisi che colpisce il Tribunale di Catania e illustrato il Manifesto Nazionale dell’Avvocatura per superare questa gravissima emergenza, con alcune proposte indirizzate al Premier Conte e al ministro della Giustizia, Bonafede.

I diritti degli italiani e del nostro sistema produttivo sono bloccati e in ostaggio dei Tribunali sostanzialmente inattivi, nel pieno di una crisi senza precedenti. Ora basta, l’avvocatura scende in piazza per protestare contro l’immobilismo che attanaglia la giustizia, ferma da mesi per l’emergenza sanitaria e che, a parole, riapre i battenti a luglio, però solo per poche settimane a causa della prevista chiusura per le ferie estive“, fanno sapere dall’Ordine.

Manca tutto per far ripartire i processi. – proseguono – A fronte di una emergenza sanitaria, economica, sociale, che colpisce l’Italia e la vita di migliaia di persone e il destino di moltissime imprese, piccole e grandi, lavoratori autonomi, dipendenti, precari, assistiamo a una domanda di giustizia senza risposte (nel diritto del lavoro, il civile, il penale, il carcere, la famiglia, l’amministrativo, il tributario, ecc)“.

Quella di martedì 23 giugno sarà la prima iniziativa di protesta e di proposta, affinché il governo Conte e il ministro Bonafede prevedano un serio e urgente piano straordinario per garantire i diritti costituzionali di tutti i cittadini“, così finisce la nota.

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