CATANIA – Il 15enne catanese A. A. è stato trattenuto alla dogana dell’aeroporto di Londranella convinzione, da parte degli agenti di polizia, che si trovasse nel Regno Unito non per motivi di studio, ma per immigrazione illecita.
Durante la prassi del controllo dei documenti, il ragazzo è stato fermato dalla polizia al Londra- Gatwick ed è stato sottoposto alle consuete domande per accertarne l’identità. Dopo circa 20 minuti di botta e risposta con un poliziotto, quest’ultimo ha iniziato a tartassare di domande il 15enne, chiedendogli in maniera alquanto razzista: “Sei italiano, napoletano o siciliano?”.
Successivamente, lo stesso poliziotto ha anche insinuato che il paese nativo di A. A. – Aci Sant’Antonio – in realtà non esistesse, accusandolo quindi di circolare con documenti falsi e proseguendo con l’accusa di trovarsi a Londra per secondi fini che non hanno nulla a che vedere con lo studio. Per tutta risposta, A. A., convinto della sua assoluta buona fede e innocenza, ha presentato tutti i documenti che attestavano la sua successiva partecipazione al corso di inglese che era andato lì a svolgere.
Il poliziotto, imperterrito, ha continuato ad applicare il regolamento dell’aeroporto prendendo le impronte della mano destra del giovane. Notando che l’impronta del pollice non era visibile in modo chiaro, l’agente si è ulteriormente insospettito accusando anche il giovane di essere uncorriere che trasportava droga.
Dopo un’ulteriore controllo del bagaglio, il poliziotto ha infine deciso di contattare i genitori del ragazzo i quali hanno ovviamente smentito tutte le accuse nei confronti del figlio, smontando il lavoro di un’ora e mezza dell’agente che lo ha lasciato andare, se pur con l’amaro in bocca.