Cronaca

Librino, rottamazione e oltre 2 tonnellate di rame vicino via Gelso Bianco: ditta irregolare

CATANIA – Lo scorso 16 luglio, personale del Commissariato Librino, unitamente a personale del Nucleo Operativo Regionale del Corpo Forestale e personale della Sezione di PG – Nucleo Ispettorato del Lavoro della Procura della Repubblica di Catania, ha proceduto al controllo di una ditta di demolizione, rottamazione e recupero dei materiali in ferro e metalli in genere nei pressi di via Gelso Bianco.

Nel corso dell’attività, anzitutto, è stata accertata una cospicua quantità di rame per complessivi 2.250 chili, avvolto sia in guaina sia combusto, di cui il titolare non è stato in grado di esibire idonea documentazione attestante la provenienza e la legittima giacenza; pertanto, il titolare è stato indagato in stato di libertà per ricettazione e il materiale è stato sequestrato.

Inoltre, sono stati trovati all’interno dell’area due motori e un bob-cat, anche in questo caso il titolare non ha dimostrato né la provenienza né credibili motivazioni per giustificarne la giacenza.

Tali oggetti, sono stati sequestrati in attesa degli esiti degli accertamenti avviati da personale specializzato della Sezione di P.G. della Polizia Stradale, fatto opportunamente intervenire sul posto.

Inoltre, sono state rilevate numerose violazioni alla disciplina normativa sulla tutela ambientale, emergendo all’interno dell’attività una disposizione caotica e non organizzata dei rifiuti.

In particolare, c’erano accatastate decine di pacchi di carrozzeria di autoveicoli, non bonificati, da cui fuoriuscivano, riversandosi sul suolo, liquidi oleosi ed altri liquidi non identificati; sempre all’interno dell’attività, si è riscontrata la presenza e quindi la raccolta non autorizzata di categorie diverse di rifiuti pericolosi. È stato anche accertato che le aree di pertinenza alla ditta erano ricoperte da vistose ed estese chiazze di olio che attraverso le acque meteoriche confluivano in vasca allocata nel sottosuolo; al riguardo, la ditta non è stata trovata in possesso di un idoneo impianto di depurazione e trattamento delle acque meteoriche, bensì di un impianto di decantazione assolutamente inidoneo a trattare le acque contaminate da detti liquidi che, in tal modo, vengono immessi nell’ambiente come fattori inquinanti.

Nel corso dell’attività è stata riscontrata la presenza di ben 8 lavoratori in nero, privi di contratto di lavoro, per i quali il datore di lavoro dovrà provvedere alla loro regolarizzazione e al pagamento delle relative sanzioni amministrative.

Fra i presenti anche un cittadino senegalese, dichiaratosi cliente, irregolare sul territorio nazionale, già destinatario di provvedimento d’espulsione e inottemperante a tale provvedimento, che pertanto è stato deferito all’autorità giudiziaria e fatto segno di altro provvedimento d’espulsione e ordine del Questore a lasciare il territorio italiano entro 7 giorni.

Inoltre, il titolare è stato deferito all’autorità giudiziaria competente anche per numerose violazioni in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, ovvero ingombro delle vie di circolazione del luogo di lavoro, pericolo di caduta di materiali sui lavoratori, solai utilizzati come deposito privi delle indicazioni di carico massimo, spogliatoi e sevizi igienici privi dei requisiti di igiene, mancanza di pronto soccorso medico; il dispositivo di prevenzione incendi è risultato largamente insufficiente tenuto conto che sul luogo del lavoro si rinvenivano depositate alla rinfusa numerose bombole di gas propano, di ossigeno e di gas argon, nonché bidoni di plastica pieni di gasolio costituenti grave pericolo per il verificarsi d’incendi o, addirittura, di esplosioni.

Non è stata riscontrata alcuna autorizzazione rilasciata dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

Infine, è stata riscontrata la realizzazione di un manufatto a due elevazioni fuori terra, costruito con telaio in ferro saldamente fissato nella platea di calcestruzzo, oltre a due container sovrapposti. Per tali motivi il titolare è stato deferito anche per la violazione della normativa urbanistico edilizia.

All’esito di tutti gli accertamenti descritti, per le numerose, gravi e diffuse violazioni rilevate, l’attività commerciale è stata sottoposta a sequestro preventivo, al fine di evitare l’ulteriore prosecuzione dei reati contestati, o il verificarsi di gravi eventi in conseguenza delle normative violate.

Redazione

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