“L’errore della cura e la cura dell’errore”: la lectio magistralis del prof. Gianpaolo Donzelli al Garibaldi di Catania

“L’errore della cura e la cura dell’errore”: la lectio magistralis del prof. Gianpaolo Donzelli al Garibaldi di Catania

CATANIA – Il direttore del centro di ricerca dell’Ospedale Meyer di Firenze, Gianpaolo Donzelli, professore ordinario di Pediatria e Neonatologia dell’Università di Firenze, ha tenuto una lectio magistralis all’Arnas Garibaldi Centro. L’incontro dal titolo “L’errore della cura e la cura dell’errore” ha toccato una delle tematiche piu problematiche della medicina attuale: il rapporto tra medico e paziente.Rapporto che deve essere senz’altro e unicamente fiduciario – ha spiegato il Donzelli -, ma in cui la fiducia si è frantumata. Il medico non riconosce piu il paziente, il paziente non riconosce piu nel medico quella figura di riferimento per tutelare la propria salute“.

Pazienti che “aspettano al varco” il medico

Ad introdurre la lectio del professore Gianpaolo Donzelli è stato il direttore generale dell’Arnas Garinaldi Giuseppe Giammanco. L’errore esiste, ma è difficile da integrare nel sistema. “Siamo abituati fin da bambini a sbagliare e tramite l’errore costruiamo l’esperienza. Nella sanità, il concetto di errore è significativo per alzare la qualità delle cure – ha detto Giammanco – , ma è anche l’elemento meno facile da mettere a sistema“. In un clima che negli ultimi anni ha oscillato tra lo scetticismo verso la scienza e la violenza in corsia,  è stato poi il neo direttore sanitario dell’Arnas Garibaldi a raccontare di pazienti che “aspettano al varco” il medico. “I pazienti ci mettono alla prova, ci aspettano al varco – ha ammesso Mauro Sapienza -. Mentre il medico visita il paziente pensa già stia sbagliando e per questo automaticamente si è creata una distanza tra le due parti. Manifestando la sensazione di un rapporto di fiducia che è venuto meno“. La medicina, però, può ancora tornare ad “umanizzarsi”.

La cura dell’errore al centro dell’incontro al Garibaldi Centro

Il tema dell’errore è stato scelto volutamente per l’incontro organizzato all’interno dell’aula Dusmet dell’Arnas Garibaldi, il primo dopo la pausa estiva. “Il professore Donzelli è un cultore dell’umanizzazione della medicina, anche per questo abbiamo scelto l’errore come argomento – ha spiegato il direttore Dimi Arnas Garibaldi Giuseppe EttoreDobbiamo sempre metterlo in evidenza perché, da questo, spesso purtroppo accadono delle conseguenze non positive per i pazienti e i professionisti. Siamo piu interessati alla cura dell’errore e non all’errore della cura perché desideriamo riservare la massima attenzione al lavoro di squadra, utilizzare meglio i protocolli e cercare il contatto con il paziente. Solo così possiamo trovare un’alleanza diagnostica e terapeutica che dà maggiore soddisfazione“. Tra le prossime iniziative dell’Arnas Garibaldi c’è l’organizzazione di un corso sul rischio clinico.

Lo ha anticipato a Newsicilia il direttore Ettore (guarda l’intervista).

Gianpaolo Donzelli cita una ricerca: medico interrompe il paziente dopo 18 secondi

La lectio magistralis catanese del professore Gianpaolo Donzelli ha puntato sull’empatia del rapporto tra medico e paziente. Una relazione professionale che non può prescindere dal ritorno all’ascolto e la volontà di non restringere la diagnosi solo alla conoscenza asciutta dei sintomi.

La parte principale che riguarda la cura dell’errore è aver presente un antico detto di Ippocrate, dice così: ‘E’ più importante conoscere che tipo di persona ha una malattia, piuttosto che conoscere il tipo di malattia che ha la persona’. Ecco – ha analizzato Donzelli – l’errore della medicina è quello di aver frantumato il corpo, di aver diviso la psiche dal corpo. Di non tener piu conto delle emozioni che il paziente vive e di averle trasformate in una serie sintetica di problematiche terapeutiche. Una ricerca condotta su 10 mila medici di famiglia ha dimostrato che quando un paziente si rivolge al suo medico di famiglia e questi chiede per quale motivo è lì, il paziente incomincia a narrare come si è ammalato, come è successo, e il medico lo interrompe mediamente dopo 18 secondi. Il medico riduce il dialogo importantissimo di relazione in un racconto soltanto sintomatologico. Questo riduce tantissimo quella che è la bellezza della medicina, per quello che senza pudore chiamo “amore per il malato”

Prima di lasciare spazio agli interventi dalla platea, il professore Giuseppe Donzelli ha concluso la lezione con un audio-video della canzone La Cura di Franco Battiato.