Lavoratori indotto asserragliati nella raffineria di Gela, con loro esponenti della chiesa

GELA – Riflettori ancora puntati sulle sorti dell’indotto petrolchimico di Gela.

È trascorsa una settimana, infatti, da quando i 2500 lavoratori della raffineria hanno cominciato la loro battaglia a causa della mancata riconversione in “green raffinery” dello stabilimento e pare da oggi scenda in campo anche la chiesa siciliana che attraverso il suo clero parteciperà alla manifestazione operaia per il rispetto del protocollo d’intesa sulla riconversione del petrolchimico in bio-raffineria, per il rilascio delle autorizzazioni ministeriali e per l’avvio dei lavori di bonifica del territorio.

Cosa chiedono, quindi, i manifestanti che da giorni occupano le principali vie d’accesso alla città di Gela? Semplice! Sollecitare il rilascio delle autorizzazioni ministeriali che consentirebbero l’utilizzo degli investimenti pari a 2,2 miliardi di euro che l’Eni ha stanziato proprio per la Sicilia.

E invece della questione pare che proprio nessuno voglia o riesca ad occuparsene. Dopo lo scarso risultato, ottenuto il 21 gennaio, durante il tavolo di lavoro convocato a Palermo dal governatore Rosario Crocetta, la patata bollente è stata passata al ministero dello Sviluppo economico a Roma e si attende ancora un risolutivo intervento da parte di Renzi.

Intanto i manifestanti hanno intensificato la lotta bloccando i turnisti della raffineria e il personale tecnico e amministrativo di Enimed, che gestiscono ricerche petrolifere e pozzi di estrazione.

I dimostranti, inoltre, hanno iniziato a presidiare l’ingresso della stazione di rilancio del gas libico che arriva in Sicilia attraverso il metanodotto sottomarino Greenstream. Lo avevano annunciato sabato scorso, mentre i più arrabbiati pretendevano che non ci fosse un picchettaggio ma un blocco vero e proprio di uomini e mezzi per chiudere così il passaggio del metano destinato a Germania e Francia.

Ma se la speranza è l’ultima a morire, ecco che oggi pomeriggio Crocetta ci riprova. Il presidente della Regione ha, infatti, convocato per oggi pomeriggio alle 16 un nuovo tavolo tecnico a Palermo a parteciperanno Eni, sindacati confederali, prefetto di Caltanissetta e funzionari regionali per determinare il possibile ricorso alla cassa integrazione in deroga per le maestranze gelesi.