CATANIA – In Sicilia la formazione d’eccellenza esiste, ma la Regione ha scelto di abbandonare l’intero settore al suo destino. I 28 lavoratori, tra formatori, tutors e sportellisti, dell’Ecap di Catania, ad esempio, non ricevono stipendio da otto mesi, eppure i loro corsi continuano ogni giorno, sfornando nuove abilità professionali spendibili sul mercato con successo. E anche i controlli molto rigorosi con tanto di pagelle dell’Ispettorato del lavoro o delle società rinviate dalla Regione, continuano a loro carico, come se nulla fosse.
Stamattina nei locali Ecap c’erano la responsabile del Dipartimento lavoro pubblico della Cgil, Rosaria Leonardi, e il segretario provinciale della Flc Cgil di Catania, Michele Vivaldi, ad incontrare i lavoratori e il presidente, Massimo Papa, dell’associazione che progetta e gestisce corsi di formazione professionale, aggiornamento, specializzazione, riconversione e riqualificazione delle risorse umane accedendo a finanziamenti pubblici della Regione Sicilia, Ministeriali e dell’Unione Europea. Tutti i corsi sono attivi, nonostante i notevoli ritardi nei pagamenti del personale. Eppure il rischio chiusura è concreto.
“Non è un caso se questo ente come altri che funzionano davvero siano sopravvissuti a coloro che invece rappresentavano il peggio di un settore – spiega Rosaria Leonardi – oggi abbiamo ascoltato questi lavoratori e vogliamo chiedere un tavolo di crisi in Prefettura per monitorare le azioni della Regione. Non è chiaro cosa ne sarà di queste esperienze da sempre legali e di qualità”.
A partire dal 2008 la Flc Cgil ha più volte denunciato i casi di formazione professionale che non rispondevano agli standard degradando un passaggio importante per l’accesso al mercato del lavoro, ma come spiega Michele Vivaldi, “la Regione non ha separato la carte cancerosa dalla parte sana. Ha preferito abbandonare tutto, indiscriminatamente”.
Un grosso errore, secondo il sindacato. L’Ecap ha anche subito una considerevole riduzione di corsi, e dunque di corsisti (quest’anno sono cento). “Hanno eliminato la formazione permanente – racconta il presidente Papa – fondamentale per i lavoratori adulti che desiderano ad esempio, riqualificarsi con l’accesso all’uso del computer e del web. Eppure nonostante i ritardi della Regione, e nonostante i tagli, continuiamo a ricevere richieste di iscrizioni. Non abbiamo i fondi per la pubblicità. Basta il passaparola. Da noi arrivano anche laureati eccellenti che perfezionano alcuni aspetti della loro formazione”.
Intanto, nelle aule di via de La Salle 10, sono attivi i corsi di restauro biennale e la figura dell’aiuto restauratore; i ragazzi lavorano, mentre imparano, sul recupero di diverse opere d’arte del ‘600 siciliano; tra queste la Grande pala del ‘700 Madonna dell’Itria, la statua lignea cinquecentesca di S. Caterina (Chiesa Madre e di S. Vito a Vizzini) e l’olio su tela di fine 800, “S. Caterina di Labouré”. Attivi anche i corsi di estetista biennale e un terzo anno (900 ore l’anno per il patentino obbligatorio per legge), di grafica pubblicitaria e di tecnico di gestione del personale.
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