Dopo la morte di Domenico Crisafulli arriva l’installazione di uno specchio in via De Logu

CATANIA – È partita lo scorso marzo la proposta della consigliera Pina Rapicavoli per l’installazione di uno specchio per la messa in sicurezza dell’incrocio in via del Bosco con via De Logu e via Zacco nel quartiere di Barriera.

Un tratto di strada rischioso e pericoloso che è costato la vita ad un giovane di appena 25 anni: stiamo parlando di Domenico Crisafulli, conosciuto come Mimmo, che lo scorso 6 marzo ha perso la vita per colpa di quel maledettissimo incrocio.

Quello che viene da chiedersi è perché l’amministrazione di “Barriera-Canalicchio-Ognina-Picanello” e in particolar modo la consigliera Rapicavoli abbiano atteso la morte di un ragazzo per mettere in sicurezza quella strada che, da sempre, è pericolosa.

“Doveva essere prima ucciso mio figlio Mimmo per la messa in sicurezza e collocazione di uno specchio in Via del Bosco – dichiara Pietro Crisafulli, padre di Mimmo -. Lo specchio sta proprio collocato sopra l’altarino con la foto dove una criminale (ancora impunita), uccise sul colpo mio figlio. Uno strazio vedere quello specchio sopra la foto di mio figlio. Certo si percepisce chiaramente una sorta di colpevolezza, confessione da parte dell’amministrazione comunale di Catania che già da diversi anni conosceva perfettamente l’incrocio pericolosissimo”.

“Tutti conoscevano i gravi rischi nel passare proprio da quel tratto di strada, ma nessuno, quanto meno fino alla morte di mio figlio Mimmo, aveva ancora pensato di intervenire. Prima devono accadere cose irreparabili e poi forse si provvede a tamponare”.

Arrabbiato, deluso, amareggiato… Pietro Crisafulli è un padre che ha perso le speranze e che cerca, in tutti i modi possibili, giustizia per il figlio: “Cara amministrazione comunale siete veramente vergognosi dovevate pensarci prima a mettere lo specchio che adesso potrebbe servire, probabilmente, per evitare ulteriori incidenti mortali. Certo mio figlio non tornerà mai più, ma quel palo con lo specchio accanto alla foto di mio figlio mi fa più rabbia. Tutti i giorni veglio quel posto, dove vengono addirittura rubati gli oggetti che tante persone ci portano. Guardo scioccato quell’incrocio maledetto mi accorgo che in tanti escono dalla via De Logu con il cellulare in mano, ed anche diverse auto parcheggiate oscurano la visuale della via del Bosco. Credo è sono convinto che la Via De Logu sia una strada del tutto illegale, non possono uscire le auto da quella via, ma bensì dovrebbero scendere”.

“Lotterò anche per questo, fino a quando almeno ci sia più giustizia. Tutti i colpevoli la pagheranno cara, parola di un padre ultra disperato che non trova pace”.

Non trova pace, non si rassegna, non c’è giustizia per quel padre con il cuore a pezzi che ogni giorno cerca uno spiraglio per andare avanti.

Prima la morte di Mimmo, adesso la messa in sicurezza di via De Logu… d’altronde, a Catania, tutto funziona così. Anche alla nostra Santuzza… “prima c’arrubbanu, poi ci ficiru i iaggi”.

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