La morte di Davide Calogero si tinge di giallo: aperta un’inchiesta. Dolore e dubbi sul giorno della tragedia

CATANIA – Ci sono ancora grossi dubbi irrisolti sulla morte di Davide Calogero, il giovane di 21 anni accidentalmente investito da una fiammata mentre si trovava all’interno di un’azienda che si occupa della rottamazione di materiali ferrosi nei pressi del ponte Primosole.

Davide, portato urgentemente all’ospedale Vittorio Emanuele del capoluogo etneo, è spirato dopo dodici giorni di agonia nel reparto di rianimazione del Cannizzaro a causa della compromissione degli organi interni dopo essere transitato dal reparto grandi ustioni del nosocomio.

Non si sa, tuttavia, cosa ci facesse il ragazzo all’interno dei locali della ditta. Per fare maggiore chiarezza sull’accaduto stanno attualmente indagando i poliziotti del commissariato di Librino. Da chiarire, in tal senso, se il 21enne fosse sul luogo per vendere in maniera autonoma le ferraglie o se fosse presente in qualità di dipendente della ditta.

Secondo quanto riportato dai colleghi di Prima Linea Tg, poco chiare anche le circostanze che avrebbero scatenato la grossa scintilla che ha colpito il giovane. Secondo alcune ipotesi, la pressa potrebbe essere stata utilizzata da qualcuno per rottamare un’auto ancora fornita di benzina e, per questo, infiammabile.

A complicare le indagini l’assenza sul posto di telecamere di videosorveglianza. Per il momento, il pm che si sta occupando del caso ha deciso di nominare un perito. Nel registro degli indagati, attualmente, sarebbero finiti i nomi di nove amministratori dell’azienda, accusati di omicidio colposo.