La corsa alle armi e la cocaina per i clienti dell’Agrigentino

La corsa alle armi e la cocaina per i clienti dell’Agrigentino

CATANIA – L’operazione di oggipartita dal “cappotto di legno” per uccidere Pietro Gagliano – finita con tredici arresti e che ha disvelato anche gli assetti della mafia tra vecchi e giovani “leoni”, ha portato anche a significativi sequestri di armi e stupefacenti.

“La corsa alle armi”

A seguito di alcuni episodi di “tensione”, sono state condotte operazioni di controllo e verifica che hanno portato il 19 ottobre 2022, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania, ad arrestare in flagranza un 35enne di Catania, noto alle Forze dell’Ordine e affiliato al “gruppo Nizza” della famiglia “Santapaola-Ercolano”.

Sull’uomo pendono le accuse di “detenzione illegale di armi e munizioni”. Il 35enne è stato fermato in viale Moncada e trovato in possesso di un revolver Franchi con il caricatore inserito e 9 colpi calibro 38 special, nascosti nella cintura dei pantaloni.

Durante la perquisizione effettuata in un locale adibito alla raccolta dei terminali della rete fognaria di due scale dello stesso edificio, sono stati rinvenuti 5 fucili da caccia, di cui tre con le canne tagliate artigianalmente, una pistola mitragliatrice di origine cecoslovacca, una pistola Glock modificata, 352 munizioni di vario calibro, circa 6 chilogrammi di hashish suddiviso in panetti, un giubbotto antiproiettili, un lampeggiante blu per auto, vari kit per la pulizia delle armi e diversi materiali per travisamento, tra cui scaldacollo e guanti in pile.

I sequestri di droga nell’Agrigentino

Infine, il 20 novembre scorso, nell’ambito della stessa indagine, i Carabinieri hanno arrestato due individui per “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti” e “resistenza a pubblico ufficiale”.

I soggetti sono stati bloccati dopo un inseguimento a Canicattì (AG) e trovati in possesso di circa 1 chilogrammo di cocaina, che avevano ricevuto appena un’ora prima a Catania da alcuni degli indagati coinvolti oggi.