Da killer a pentito: la decisione di Carmelo Aldo Navarria, “spazzino” del Malpassotu

CATANIA – Da collaboratore della mafia a collaboratore di giustizia: questo è il percorso che ha scelto di fare Carmelo Aldo Navarria, noto come lo “spazzino” del Malpassotu, il boss Giuseppe Pulvirenti.

La sua decisione arriva dopo l’operazione Araba Fenice che ha visto il crollo di buona parte della cupola santapaoliana con ben 15 arresti.

Dopo il suo arresto, avvenuto due anni fa per estorsione, aveva manifestato l’intenzione di intraprendere questo percorso di “redenzione”, ma lo moglie riuscì a farlo desistere. Stavolta però la decisione sembra definitiva e potrebbe portare alla caduta di altri nomi di spicco legati al clan Santapaola-Ercolano, in quanto alcune sue dichiarazioni potrebbero finire nella maxi inchiesta Orfeo che ha inchiodato gli affiliati di Picanello.

Adesso la decisione riguardo alla richiesta di acquisizione degli atti spetterà al Gup dopo le parole della difesa, mentre l’udienza è prevista per il prossimo mese di settembre. Le accuse mosse a Navarria vanno dai collegamenti con il cugino di secondo grado di Nitto Santapaola, Francesco, all’uccisione dell’imprenditore paternese Renato Caponnetto.