“Io sono già donna. Ho il fisico da bambina?”: tra un “Amore Maturo” e la ricerca del perdono di Pietro Capuana

“Io sono già donna. Ho il fisico da bambina?”: tra un “Amore Maturo” e la ricerca del perdono di Pietro Capuana

CATANIA – Il carattere di un uomo definito da alcuni “arcangelo”, da altri (la maggior parte) “orco”. La sintesi di uno pseudo-scrittore che avrebbe fatto ciò che raccontava, lo avrebbe messo in pratica da anni e tutto sarebbe andato avanti nel silenzio. Dei libri scritti da quell’Emanuele Giordano, che prende spunto da Immanuele, significante “Dio è con noi”, e dal fiume Giordano, dove secondo le sacre scritture avvenne il battesimo di Gesù.

Pietro Capuana era anche questo, uno scrittore ma di scarso successo. Come riporta MeridioNews, colui che secondo le accuse si sarebbe approfittato delle giovani “impure” con l’aiuto delle proprie “apostole” aveva utilizzato lo pseudonimo di Emanuele Giordano per scrivere dei libri di bassa caratura, volgari. Adatti e lineari a ciò che avrebbe fatto con le ragazzine. 

R., una delle vittime, è coraggiosa e racconta tutto ai magistrati, facendo saltare fuori il lato “poetico” di Capuana. Si inizia a parlare di “Amore Maturo”, il titolo di uno dei romanzi pubblicati e curati dal giornalista Carmelo Di Mauro. La storia sarebbe abbastanza spinta, con termini volgari inseriti all’interno del testo: la trama ancora peggio. Una giovane, Giorgia Darling, (protagonista del romanzo, ndr) perde la testa per un cardiologo sessantenne dopo essere stata violentata da Simone, un coetaneo, in spiaggia. Il 60enne in questione è David Lasson: i due si innamorarono follemente, ma lo tengono nascosto per i pregiudizi della società. Loro si sposano, avranno anche un bambino, ma David morirà prima di poterlo conoscere. La chiave del romanzo è la consapevolezza di essere donna prima di diventarlo sul serio, una donna a 13 anni, età in cui Giorgia è stata violentata. La ragazza si lascia andare e, leggendo alcune righe del romanzo, cerca di prendere l’iniziativa con l’uomo, che inizialmente la rifiuta ma poi non può fare a meno che “assecondare” i desideri della protagonista. Un passo importante, quasi filosofico, riguarda la presunta “realtà sessuale” nella quale si vive oggi e di quanto debba essere attuale nelle scuole, per “evitare che il mondo degli adolescenti si trasformi in un covo di mostri e maniaci”.

Il tema è più o meno simile in un altro romanzo finito nell’occhio del ciclone, “Pupazzi di Stoppa”: Capuana racconta ancora di un’adolescente, 16 anni, Anastasia. Più sicura rispetto alla Giorgia che abbiamo conosciuto in precedenza, consapevole sin dal primo momento senza aver passato nulla di particolare di voler “donare” la propria verginità a Marco, un uomo più grande di lei. Le parole utilizzate per descrivere la ragazza e l’atto pratico sono quelle che immettono il lettore nel racconto per immaginare sul serio ciò che viene raccontato (“Si baciarono e si accarezzarono in un crescendo infuocato di passione. Marco, notando che Anastasia serrava i denti, credette che fosse giunta al culmine del godimento. Però, dopo la furia dell’amplesso, si rese conto che per lei era stata la prima volta”, ndr). Chi pubblica il libro? L’associazione cattolica di Capuana, Il sentimento tra Anastasia e Marco, poi, diventa violenza sessuale e la protagonista si ribella perché l’uomo la definisce ancora una bambina. Fa delle riflessioni, Capuana-Giordano, su come in realtà non è necessario avere 18 anni per sentirsi donna. Come riportato da Tribù, sarebbe il suo ultimo romanzo.

Argomento coerente in merito a ciò per cui “l’arcangelo” viene accusato, un’altra sfaccettatura utile a ricostruire il personaggio che potrebbe essere stato nel tempo. Le supposizioni sembrano doverose. Il male, però, “va perdonato. Il perdono è segno di un bene superiore verso il prossimo che magari non si conosce, che ha bisogno di una parola buona, di un sorriso. Così soltanto il mondo potrà scrollarsi del male”: parola di Emanuele Giordano. O meglio, Pietro Capuana.