Introduzione utilizzo polpa di cellulosa alla Dacca: la parola a un dipendente dell’azienda

Introduzione utilizzo polpa di cellulosa alla Dacca: la parola a un dipendente dell’azienda

CATANIA – Il recente caso relativo alla Dacca, l’azienda produttrice di stoviglie monouso del Catanese, ha fatto parecchio discutere riguardo al nuovo materiale di produzione. L’imposizione da parte della Comunità Europea dell’utilizzo di polpa di cellulosa rappresenta una novità alla quale l’azienda, come abbiamo già visto durante la riunione di ieri mattina, ha comunque deciso di adeguarsi per continuare nel migliore dei modi la propria storica attività.

Questo ha portato un cauto ottimismo tra i lavoratori e vertici delle sigle sindacali, che adesso confidano nell’aiuto da parte delle istituzioni per una riconversione per adeguarsi ai dettami comunitari. Ma l’introduzione della sostanza, in quanto novità, viene vista come un cambiamento di non poco conto, soprattutto per chi lavora nell’azienda da tantissimi anni.

Per questo motivo abbiamo sentito Salvatore Principato, dipendente dell’azienda da oltre trent’anni, che ci spiega in primis come nel corso degli anni le innovazioni nell’ambito dei macchinari della lavorazione non siano mancate. Nello stesso tempo però ci si prepara ad accogliere questo mutamento.

“Nel corso di più di trent’anni di servizio – spiega Principato – siamo rimasti sempre con il polistirolo, ma abbiamo cambiato gli impianti per essere competitivi. Adesso abbiamo di fronte una nuova sfida, quella della polpa di cellulosa, e saremo più fiduciosi se lo Stato interverrà e ci darà aiuto. Questo modo di produrre totalmente diverso da quello messo in atto finora deve essere anche un input per rilanciare l’azienda, che ha bisogno di andare avanti, di crescere e continuare a portare avanti il nostro marchio, molto conosciuto in tutta Italia”.

Riguardo alla vicinanza delle istituzioni permane però qualche perplessità, in quanto i lavoratori devono essere messi sempre al primo posto specialmente quando ci sono cambiamenti di questa portata. I tempi tecnici, inoltre, fanno la loro parte e la nuova normativa non è ancora del tutto chiara.

Lo Stato deve aiutare prima di tutto gli operai – conclude Principato –, perché andare a convertire una società non è una cosa semplice. I tempi potranno equivalere anche ad anni, perché ancora sulla polpa di cellulosa non c’è un grosso investimento da parte delle case costruttrici. Bisogna quindi stare vicini agli operai e alle aziende con qualche aiuto economico. Ci sarà senza ombra di dubbio un cambiamento drastico, con un modo di produrre completamente diverso, dopo che per oltre trent’anni abbiamo visto semplicemente un ampliamento della produzione con il polistirolo. Siamo fiduciosi, anche se la Comunità Europea ha imposto la sostanza solo per piatti e posate, mentre i bicchieri possiamo continuarli a fare come abbiamo sempre fatto. Questo fa molto discutere”. 

Fonte immagine eurofides.com