CATANIA – La Procura di Catania ha emesso un avviso di conclusione dell’inchiesta su presunti favori concessi a una dipendente della Società Interporti Siciliana (Sis), in cui erano coinvolti sette indagati. Tra loro si leggono i nomi dell’assessore regionale all’Economia, in qualità di ex assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone (Fi), del suo ex assistente Giuseppe Li Volti e dell’ex vicepresidente del Governo siciliano Gaetano Armao (Azione).
Gli indagati sono accusati di induzione indebita a dare o promettere utilità, a seguito delle presunte pressioni esercitate dall’ex deputato regionale Nino D’Asero su Falcone, Armao e Li Volti per favorire la dipendente Cristina Sangiorgi. D’Asero avrebbe cercato di convincere Rosario Torrisi Rigano, allora amministratore unico della Sis, a revocare il licenziamento di Sangiorgi e a nominarla responsabile delle relazioni esterne della società, garantendole una posizione lavorativa e sospendendo le procedure disciplinari e le sanzioni che aveva ricevuto per aver rifiutato di lavorare in smart working durante la pandemia da Covid.
Secondo le indagini condotte dai carabinieri del Comando Provinciale di Catania a partire dal settembre del 2019, sarebbe stato scoperto un presunto accordo corruttivo tra l’imprenditore Luigi Cozza, proprietario della Lct Spa – una grande società di trasporti – e il politico locale Torrisi Rigano. La Lct Spa avrebbe ottenuto un contratto di nove anni per la gestione funzionale, operativa ed economica, nonché la manutenzione ordinaria del Polo Logistico dell’Interporto di Catania.
Secondo l’accusa, Cozza avrebbe assunto la nuora di Torrisi Rigano e avrebbe promesso benefici futuri all’amministratore della Sis, che è indagato per aver presunto mal uso di 2.850 euro prelevati dal conto della società.
La Procura ipotizza diversi reati tra cui induzione indebita a fornire o promettere benefici, peculato, corruzione per atto contrario ai propri doveri d’ufficio, contraffazione e utilizzo di pubblici sigilli.
In foto Marco Falcone