Infermieri contro la Regione, chiuso reparto di rianimazione ad Acireale: “Un fatto trattato con incoscienza”

Infermieri contro la Regione, chiuso reparto di rianimazione ad Acireale: “Un fatto trattato con incoscienza”

ACIREALE – Oggi, gli infermieri del NurSind ci hanno messo la “faccia” per denunciare pubblicamente lo stato in cui versa l’ospedale di Acireale. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la chiusura del reparto di rianimazione in un nosocomio, che tra le altre cose, si occupa di emergenza con la postazione 118.

Fu proprio il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, che nei primi giorni dell’estate scorsa, denunciò ai Nas dei carabinieri le gravi carenze strutturali, igieniche e del personale. A tale denuncia seguì, per disposizione dell’Asp 3 di Catania, la chiusura del reparto per lavori di ristrutturazione. Il cantiere avrebbe dovuto protrarsi solo” 60 giorni, ma dopo 5 mesi ancora la rianimazione resta chiusa.

Non sono mancati i commenti in merito: “I lavori sono andati abbastanza a rilento, in questo momento manca tutta la parte della strumentazione – racconta Antonio Messina, infermiere in servizio al reparto di rianimazione di Acireale – e nel frattempo le emergenze si fronteggiano con due posti tecnici collocati dentro il gruppo operatorio, che servono solo per la stabilizzazione. I pazienti poi vengono trasferiti in altri ospedali e nelle altre rianimazioni disponibili su tutto il territorio regionale”.

La gente muore proprio per disservizi del genere – aggiunge Vincenzo Neri, dirigente provinciale del NurSind Catania -. In uno stato di emergenza si cerca, dove disponibile, un posto in rianimazione. Si perde tempo!”.

Al presidio di oggi ha preso parte anche una delegazione del Comitato cittadino per la riapertura dell’ospedale di Giarre. Il portavoce del comitato, Angelo La Rosa, ha dichiarato che “la struttura di Acireale è assolutamente inadeguata, a maggior ragione con la mancanza della rianimazione, per un bacino di utenza di oltre 200.000 abitanti. Ricordiamo infatti che i due presidi ospedalieri sono stati riuniti con un conseguente sovraccarico di questa unità. Un fatto trattato con assoluta incoscienza dalla politica siciliana”.

Le dichiarazioni dei dirigenti del NurSind hanno scaturito una reazione nel dr. Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Asp di Catania: “Siamo contenti di tanta attenzione, che rischia però di scivolare nella polemica se non si coglie la complessità degli interventi realizzati. Stiamo lavorando per mettere a norma una struttura, aggiornare il parco tecnologico, adeguare impianti (luce, gas medicali, sanificazione ambientale…) e attrezzature secondo quanto previsto per un Dea, qual è l’Ospedale di Acireale, e fare funzionare il servizio a pieno regime”.

“L’intervento – aggiunge il dr. Giammanco – concorrerà, peraltro, a mettere a regime i posti letto della Rianimazione, passando da 5 a 8, così come previsto dal DA 629/2017. Com’è chiaro a tutti non è stata riparata una porta o un infisso, ma è stato concretizzato un complesso ed articolato intervento di ristrutturazione e messa a norma del reparto, migliorandolo nella sua efficacia ed efficienza per pazienti e lavoratori. Ringrazio tutti gli operatori e le aree tecniche e amministrative che stanno concorrendo al miglioramento della struttura. Se è questo il significato dell’attenzione dedicata dal NurSind alla struttura, siamo ben contenti che ciò sia avvenuto. Diversamente, ci si rende responsabili della crisi di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema; e questo certamente non è accettabile”.

Intervenuto anche l’onorevole acese Nicola D’Agostino, che ha definito “squallida” la pubblica denuncia degli infermieri. Secondo il deputato regionale, la chiusura porterà a una struttura migliorata. I lavori saranno consegnati dalla ditta entro il prossimo 18 dicembre.