CATANIA – Su richiesta della Procura distrettuale della Repubblica, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania ha emesso otto misure cautelari interdittive della “sospensione dall’esercizio di pubblici uffici e servizi“, per la durata di 1 anno, che i carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania hanno notificato nei Comuni di Catania, Palermo, Monreale (Palermo) e Zola Predosa (Bologna), nei confronti di:
- Filippo Di Piazza, nato a Palermo, il 20 aprile 1973;
- Giuseppe Di Rosa, nato a Palermo, il 4 ottobre 1978;
- Ignazio La Mantia, nato a Catania, il 19 giugno 1958;
- Rosalia Maria Leonardi, nata a Catania, il 10 luglio 1961;
- Ruggero Benedetto Italo Razza, nato a Milano, il 23 settembre 1980;
- Antonio Scavone, nato a Catania, il 16 novembre 1956,
e per la durata di 8 mesi, nei confronti di:
- Alberto Bianchi, nato a Bologna, il 7 ottobre 1962;
- Calogero Grillo, nato a Canicattì (AG), l’8 settembre 1952.
poiché gravemente indiziati, in concorso tra loro e con altri soggetti indagati, allo stato degli atti e in relazione alla fase processuale che non consente l’intervento delle difese, dei reati di “turbata libertà degli incanti” e “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”.
Operazione “PSN”
Il provvedimento fa sempre parte dell’Operazione “PSN”, che nei giorni scorsi ha portato all’emissione dell’“ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari” da parte del G.I.P etneo ed eseguita dall’Arma dei carabinieri di Catania, nei confronti di Giuseppe Arcidiacono, Nunzio Ezio Campagna, Sebastiano Ferlito e Gesualdo Antonino Missale, che nel corso degli “interrogatori di garanzia” del 3 maggio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
In tale contesto il Giudice, all’esito degli interrogatori svolti gli scorsi 4 e 5 maggio, ha concordato con la richiesta della Procura della Repubblica di Catania di applicazione dell’odierna misura interdittiva ai restanti 8 indagati, ravvisando come stringenti e attuali le esigenze cautelari, potendo gli stessi tornare a rivestire o continuare a ricoprire funzioni e ruoli nella P.A., nelle procedure concorsuali universitarie, nell’ambito della sanità pubblica, nella direzione di ordini professionali e nella compagine di governo di enti partecipati dalle pubbliche amministrazioni.
Il contributo dei soggetti coinvolti
Nel caso in esame quindi, gli odierni soggetti coinvolti, ciascuno per la propria parte, avrebbero condiviso e apportato un contributo penalmente rilevante a un articolato sistema di turbativa di selezioni pubbliche a base clientelare e familistica, in spregio ai principi del buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione, traendone, come sarebbe stato nel caso di Leonardi, Scavone e Razza, anche un vantaggio per persone a loro molto vicine.
Condotte illecite quelle contestate che sarebbero caratterizzate dalla gravità, sistematicità e ampiezza delle manipolazioni che avrebbero accompagnato i “Progetti PSN” e il concorso per direttore amministrativo dell’OMCeO Catania.
In particolare, Alberto Bianchi e Calogero Grillo non avrebbero attivato i loro poteri di controllo della legalità formale e sostanziale delle procedure cui partecipavano in ruoli di rilievo, allo stesso modo, parimenti grave è il concorso alle turbative nell’attribuzione degli incarichi nei Progetti CARIE OSAS e CARDIO da parte di Rosalia Maria Leonardi.
Analogo ragionamento varrebbe poi per Giuseppe Di Rosa, Filippo Di Piazza e Ignazio La Mantia, poiché gli stessi avrebbero concorso nell’alterazione della procedura concorsuale per l’incarico di Dirigente Amministrativo dell’Ordine dei Medici di Catania in favore di Aldo Missale.
Sotto tale profilo, particolarmente grave appare la condotta contestata a Di Rosa e Di Piazza, i quali si sarebbero prestati perfino a consegnare le tracce delle prove scritte e le domande di quelle orali al candidato predestinato.
Per quanto riguarda invece le condotte che sarebbero state poste in essere dagli indagati Razza e Scavone, volte a favorire nel primo caso la designazione di Filippo Fiorenza quale “esperto in elaborazione report e studi” per conto dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Palermo nel Progetto denominato “OSAS Catania – Sentinelle della prevenzione”, mentre nel secondo l’assegnazione a Loredana Gullotto (vicina a Scavone) di un incarico a tempo determinato quale “Amministrativo” nell’ambito del Progetto “Centro Cardio Hub e Spoke – modello di prevenzione e riabilitazione” presentato dall’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione “Garibaldi”, le stesse assumerebbero particolare gravità in ragione del ruolo di primo piano allora rivestito dai medesimi nell’ambito della Giunta Regionale quali Assessori rispettivamente alla Salute il primo e alla Famiglia il secondo.
La decisione del gip
Il GIP etneo ha disposto una misura interdittiva di maggiore durata per gli indagati Razza, Scavone, La Mantia, Leonardi, Di Rosa e Di Piazza, attesa la ritenuta maggiore gravità delle condotte a loro contestate e comunque per il ruolo di elevata responsabilità che ricoprivano, nello svolgimento del quale o comunque in concomitanza con il quale hanno agito, e per il più elevato grado di adesione anche psicologica alle condotte contestate al Campagna e al Misssale.
Inferiore in termini di gravità invece quella contestata a Bianchi e a Grillo, per il ruolo meno centrale che essi avrebbero svolto nei fatti e in ragione di un minore disvalore espresso dalle condotte loro addebitate.
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