Inchiesta per corruzione elettorale, Sammartino e “La Fratellanza” su WhatsApp con Santapaola: possibili assunzioni indirizzate

CATANIA – Non sembra avere fine la telenovela giudiziaria che ha coinvolto il deputato catanese dell’Assemblea regionale siciliana, Luca Sammartino, finito nell’occhio del ciclone con l’accusa di corruzione elettorale in riferimento alle Politiche del 2018.

Il politico etneo, assieme ad altri 12 indagati, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia in merito alle elezioni Politiche del 2018, che lo videro perdente nonostante i 16mila voti racimolati. Sammartino, inoltre, non è nuovo a indagini per brogli elettorali. È di qualche anno fa, infatti, lo scandalo che l’ha visto prima coinvolto e poi archiviato, riguardo la sua posizione in merito ad alcuni voti dubbi di diversi anziani di una casa di riposo.

Al nuovo capitolo delle Politiche 2018 si sarebbe aggiunto un dettaglio importante riguardante proprio il telefono di Sammartino. La Polizia Postale, nel febbraio del 2018, avrebbe sequestrato il suo iPhone 6 e, dopo un’attenta indagine di diverse chat WhatsApp, migliaia di audio e messaggi, avrebbe “beccato” il deputato di “Italia Viva” all’interno di un gruppo WhatsApp denominato “La Fratellanza“.

All’interno di tale gruppo figurerebbero, oltre a Sammartino, i nomi di: Carmelo Santapaola (salvato nella rubrica come “Melo Santapaola“), ex vicesindaco di Misterbianco (CT) e arrestato nell’inchiesta “Revolution Bet” su mafia e scommesse, e Vincenzo Santapaola, fratello di Carmelo. Da sottolineare che Sammartino non è toccato da quella vicenda, così come Carmelo Santapaola non è indagato per la corruzione elettorale del deputato catanese.

Secondo la Digos e secondo quanto sarebbe emerso da quella chat, i tre partecipanti del gruppo erano comunque in grado di indirizzare diverse assunzioni, in particolare per un’azienda il cui amministratore delegato, secondo gli inquirenti, sarebbe amico proprio di Sammartino. Quest’ultimo, secondo le accuse, avrebbe sfruttato le sue conoscenze per fare ottenere posti di lavoro a parenti o gente che avrebbe dato un’importante mano alla sua scalata elettorale.

Fonte foto: Facebook – Luca Sammartino