CATANIA – Un vasto incendio è in corso nell’ex stabilimento Italcementi di Catania, situato tra viale Cristoforo Colombo e via SS. Assunta.
Le fiamme, divampate nella giornata odierna, hanno rapidamente generato una densa colonna di fumo nero, ben visibile da diverse zone della città.
A bruciare rifiuti e materiali di scarto.
Incendio all’ex Italcementi di Catania
Sul posto sono già operative – per le operazioni di spegnimento – due squadre dei vigili del fuoco della centrale di Catania e dal Distaccamento Sud, supportate da due autobotti.
Si lavora per contenere le fiamme e impedire che l’incendio si estenda ulteriormente, mettendo a rischio edifici vicini e la viabilità della zona.
Presenti anche i militari dell’Arma dei carabinieri e la polizia locale.
Impatto sulla città
L’imponente colonna di fumo ha destato preoccupazione tra i cittadini, con numerose segnalazioni sui social.
Al momento non si hanno notizie di feriti, ma le autorità stanno monitorando la situazione da vicino.
Indagini in corso
Non sono ancora chiare le cause dell’incendio. Si procederà con gli accertamenti una volta domato il rogo, per determinare se vi siano responsabilità o eventuali rischi ambientali legati al materiale presente nell’ex impianto industriale.
Il commento di Cardello
“L’incendio all’ex Italcementi di stamattina dimostra come le strutture abbandonate, siano esse pubbliche o private, sono delle bombe ad orologeria pronte a scoppiare da un momento all’altro. Luoghi dove vengono abbandonati i rifiuti o vengono commessi atti illegali che danneggiano inevitabilmente la città”.
Il consigliere comunale e presidente della commissione al Patrimonio Andrea Cardello interviene e ribadisce: “Non dimentichiamoci che, non lontano al complesso che in fiamme di oggi, c’è via Toledo piena di rifiuti pericolosi e altrettanto infiammabili. E ancora in viale Africa, in via Cronato e in tante altre zone si vive un’emergenza continua. Io stesso più volte ho segnalato l’ex raffineria di zolfo di viale Africa, situata nei pressi dell’ex consorzio agrario, che doveva diventare un museo d’arte”.
Le foto
Le immagini video