In Sicilia è sempre più difficile fare la mamma: mancanza di servizi e disoccupazione

In Sicilia è sempre più difficile fare la mamma: mancanza di servizi e disoccupazione

CATANIA – Questo mese si è celebrata la festa della mamma, ricorrenza civile in onore della figura della madre, della maternità e della sua influenza sociale. Fare la mamma è sempre stato un mestiere complesso e impegnativo, ma sembra che con il passare del tempo la situazione sia peggiorata.

Infatti, nell’Italia di oggi è sempre più difficile per le donne che lavorano bilanciare la professione con la gestione della famiglia. A rivelarlo un rapporto di Save the Children, “Le equilibriste. La maternità in Italia”. Dallo studio emerge che hanno vita più facile le mamme che vivono nelle province autonome di Bolzano e Trento, mentre la maglia nera spetta a Campania e Sicilia.

Le donne decidono di mettere su famiglia sempre più tardi; infatti, non è un caso che l’Italia si piazza nelle prime posizioni della classifica europea per l’età al primo parto con una media di 31 anni. Inoltre, quando si tratta di dover scegliere tra lavoro e impegni familiari, antepongono la famiglia, trascurando o addirittura abbandonando la carriera professionale.

“Lavoro da 18 anni, quindi ancora prima di sposarmi e avere figli – dichiara Clelia, 37enne catanese -. La mia vita lavorativa è totalmente cambiata da quando è nato mio figlio. Prima non avevo orari, mentre adesso ho sempre tutto organizzato. Mi capita anche di trascurare il lavoro per esigenze familiari e la cosa non mi pesa, perché senza dubbio metto al primo posto la mia famiglia”.

Sicuramente uno dei fattori che incide su questa scelta è la mancanza di una rete per la prima infanzia e il poco sostegno per le donne che decidono di diventare madri. Tutto questo in un Paese dove la denatalità ha toccato un nuovo record: il numero medio di figli per donna è pari oggi a 1,34.

“Per continuare a lavorare, ho dovuto mandare mio figlio già a un anno e mezzo all’asilo nido, ma sono stati dei sacrifici sia perché mi dispiaceva lasciarlo sia a livello economico – continua Clelia -. Anzi, mi posso ritenere fortunata perché ho trovato strutture accessibili e che si adattavano alle mie esigenze. Ma non è sempre così: in alcune città, i prezzi sono molti alti e questo scoraggia le giovani mamme, che spesso non si possono permettere di pagare rate troppo salate per mantenere i figli a scuola”.

Ma il Bel Paese si pone in vetta alla classifica europea anche per il tasso di disoccupazione delle donne, e in particolar modo delle madri. Si registrano discriminazioni nel mondo del lavoro, un forte squilibrio nei carichi familiari tra madri e padri e poche possibilità di conciliare gli impegni domestici con il lavoro. A influenzare questo quadro già negativo anche la scarsissima offerta di servizi educativi per l’infanzia.

“Ho lavorato per un paio di anni in un’azienda come responsabile marketing ed era quello che desideravo fare dopo il conseguimento della laurea in economia aziendale – afferma Grazia, 32enne catanese -. Ma purtroppo il mio sogno si è concluso presto, perché dopo la nascita di mia figlia non sono più riuscita a conciliare lavoro e famiglia a causa di dei miei turni. Il lavoro full time mi impegnava troppo tempo e le strutture che più si adattavano alle mie necessità erano costose. Quindi, per adesso che la bambina è troppo piccola, ho scelto di dedicarmi a lei. Tra qualche anno spero di tornare a lavorare, magari di nuovo nel mio campo”.

Immagine di repertorio