In manette la “storia criminale” di Catania: ecco chi è il boss Concetto Bonaccorsi

CATANIA – Un personaggio caratterizzato da estrema efferatezza e cattiveria, dall’intenso iter malavitoso, che ha fatto la storia criminale di questa città.

Viene descritto così dagli inquirenti Concetto Bonaccorsi, 56 anni, detto ‘u carateddu, lo storico capobastone dell’omonima famiglia, dell’organizzazione Cappello-Bonaccorsi.

Bonaccorsi, latitante dal settembre 2016, è stato arrestato ieri pomeriggio, senza opporre resistenza, dagli uomini della squadra Catturandi di Catania, in collaborazione con la squadra mobile di Pistoia, in un appartamento di una villa in via Deledda, a Massa e Cozzile

Il cinquantaseienne vanta un curriculum criminale che spazia dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, agli omicidi e alle distruzioni di cadaveri, passando per reati in materia di stupefacenti e armi e rapine.

Cattiveria e violenza sono le due cifre criminali di Bonaccorsi che il 21 febbraio 1991 aveva freddato, nel torinese, con alcuni colpi d’arma da fuoco alla testa due ladri che avevano avuto l’ardire di rubargli una Fiat Uno turbo. I corpi dei due giovani erano stati successivamente ritrovati in una discarica di Robassomero. Per questo duplice omicidio, ‘u curateddu era stato arrestato, da latitante, l’11 luglio dello stesso anno, mentre stava per contrarre matrimonio con l’attuale moglie nel municipio di Valverde.

Nel febbraio 1993, nell’ambito dell’operazione “Pegaso”, riuscì ad evitare le manette per associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Cursoti), omicidio, estorsioni e altri reati, dandosi alla latitanza.

Nel curriculum criminale di Bonaccorsi anche un episodio macabramente curioso: il 21 aprile 1993 uccise Marco De Zorzi nell’ascensore di uno stabile di via Toti, a Cassolnovo, in provincia di Pavia, restando però bloccato all’interno del vano con la vittima ormai esanime e venendo arrestato immediatamente. Per questo delitto, il 19 gennaio 1995 venne condannato a 23 anni, 9 mesi e 15 giorni di reclusione.

Nel maggio 1996 venne raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nell’ambito dell’operazione “Cuspide”, per associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio e altri reati.

Il 18 febbraio 2000 Bonaccorsi venne condannato all’ergastolo dalla Corte di Asisse d’Appello di Catania per omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco (reati commessi il 18 gennaio 1991). Il boss era indagato, insieme a Luigi Miano, detto “jimmy”, e Carmelo Caldariera, detto “Melo mezzalingua”, per l’omicidio di Angelo Barbera, all’epoca responsabile dei Cursoti, e per aver contribuito all’uccisione di Gaetano Palici e Mario Angiolini, contro i quali erano stati esplosi vari colpi d’arma da fuoco.

La condanna a 8 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso arriva il 22 febbraio 1997.

Il 6 febbraio 2001 venne condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio, in concorso, di Angelo Maccarrone, avvenuto il 18 dicembre 1990.

Infine, il 23 ottobre 2009 Bonaccorsi viene arrestato nell’ambito dell’operazione “Revenge” che colpisce il clan Cappello-Bonaccorsi.