CATANIA – Nell’ambito di articolate attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica etnea, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato in flagranza di reato per il reato di usura ed estorsione, Francesco Caccamo, 56 anni, nato a Catania e residente a Misterbianco.
Le investigazioni, effettuate dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catania, hanno preso spunto dall’esame della situazione finanziaria di un imprenditore catanese attivo nel settore della ristorazione, in forte difficoltà anche a seguito della contrazione legata alla nota emergenza epidemiologica in atto.
Gli accertamenti
In particolare, a seguito delle attività di indagini svolte dalle unità specializzate del G.I.C.O. di Catania, è emerso che l’imprenditore aveva nel tempo maturato una esposizione debitoria nei confronti di Caccamo, caratterizzata da elevati tassi usurari.
È stato infatti accertato che Caccamo aveva prestato, in più tranche, 19mila euro al ristoratore catanese, utilizzati anche per la prosecuzione dell’attività economica: a fronte di tale prestito, l’imprenditore doveva restituire rate con l’applicazione di un tasso d’interesse usurario superiore al 120% su base annua.
È inoltre anche emerso che l’usuraio aveva minacciato di gravissime ritorsioni sia l’imprenditore sia i suoi familiari nel caso in cui non fosse stato adempiuto il pagamento delle rate, facendo anche riferimento al possibile intervento di soggetti inseriti in contesti criminali.
Una volta così delineato un consistente quadro indiziario, è stato disposto apposito intervento operativo da parte dei militari della Guardia di Finanza in concomitanza del pagamento, avvenuto in pieno centro cittadino, dell’ultima rata del prestito usuraio.
La perquisizione e il sequestro
Constatata la consegna di 650 euro, quale ultima rata del prestito, è stata effettuata la perquisizione nell’abitazione di Francesco Caccamo, dove sono stati rinvenuti circa 5mila euro in contanti, 10 assegni per complessivi 60mila euro, oltre a smartphone e documenti utili a ricostruire la “contabilità in nero” attestante il prestito usuraio, tutti sottoposti a sequestro.
Inoltre – tenuto conto delle gravissime minacce di ritorsioni in caso di inadempimento del pagamento delle rate – allo stesso Caccamo è stato contestato anche il delitto di estorsione, in aggiunta alle circostanze aggravanti relative al fatto che il reato di usura sia stato commesso a danno di un imprenditore, in stato di difficoltà economica.
Sulla base delle investigazioni della Guardia di Finanza, su richiesta della Procura della Repubblica etnea, il G.I.P. del Tribunale di Catania ha convalidato l’arresto di Francesco Caccamo per i delitti di usura – aggravata dal fatto che il reato sia avvenuto a danno di imprenditore, approfittando della difficoltà economica – e di estorsione, disponendo nei confronti dello stesso Caccamo la misura della custodia cautelare in carcere.