CATANIA – Prima la soddisfazione, poi il rammarico e la delusione. C’è l’amaro in bocca nel presidente nazionale della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionisti, Paolo Righi, in seguito al documento sulla Tassa Airbnb.
Il numero uno della FIAIP ha rivolto le sue parole alla direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi: “Avevo provato entusiasmo e piacere nel leggere che anche i colossi del web avrebbero dovuto pagare le tasse e che anche i furbetti che si appoggiano all’estero sarebbero dovuti essere sottoposti alla stessa pressione fiscale, ma…”.
Come sempre c’è un “ma”. Nel documento presentato alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, infatti, si fa riferimento anche al fatto che “gli adempimenti devono essere posti in essere non solo dagli agenti immobiliari ma da tutti coloro che, in senso lato, effettuano intermediazione mettendo in contatto persone in ricerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare”.
“In senso lato?” Questa è la parte che Righi non accetta: “In questo modo è come ammettere che esistano agenti immobiliari abusivi”. E, così, conti alla mano, il costo della burocrazia per chi esercita legalmente la professione ammonterà a circa 90 milioni di euro. Gli altri, invece, non dovranno sborsare neanche un centesimo.
E dunque, il presidente continua a tuonare e incalzare: “Il problema è che molti (chi sa perché) continuano ad appoggiarsi a Paesi Stranieri. Lo Stato dovrebbe fare attenzione a loro e a chi esercita abusivamente la professione: la perdita è di circa 600 milioni. Dovrebbero aiutarci a sconfiggere il fenomeno. Per questo chiedo di varare una legge congelata da almeno tre anni e che penalizza i professionisti”.
Infine, una piccola parentesi in favore dei privati e del turismo: “Alcune leggi impongono cose che sono impensabili per i provati. Cerchiamo di tutelare chi ha ancora voglia di investire sull’immobiliare, piuttosto che costringerli ad andare via”.
Ecco la lettera integrale.
“Le scrivo perché ho letto il documento depositato in occasione della Sua audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, in merito alla oramai famosa “Tassa Airbnb”. Non Le nascondo che da Italico contribuente prima della diffusione del testo di legge, ho provato una piacevole sensazione di piacere, si vociferava infatti, sul fatto che, i colossi del web avrebbero pagato le tasse in Italia per l’attività che svolgono sul territorio Nazionale.
È stato il ripetersi della stessa sensazione che ricordo di aver provato, quando il Governo varò le super tasse per la nautica al grido “anche i ricchi piangano”, o quando si è varato il super bollo per le auto di lusso. Peccato però che dopo questi provvedimenti e dopo il sottile piacere che avranno provato milioni di Italiani, il comparto della nautica italiana sia stato praticamente devastato e le immatricolazioni delle auto di lusso abbiano subito una flessione a doppia cifra.
Gli Italiani hanno forse smesso di comprare barche o auto di lusso? Come Lei ben sa niente di tutto questo. Molto semplicemente tutto il mercato del lusso si è spostato nelle nazioni a noi vicine.
Tornando alla oramai famosa “Tassa Airbnb”, finalmente, ho pensato: il genio Italico ha colto in castagna chi paga il 15% di tasse in Irlanda o in Olanda e viene a fare concorrenza a noi professionisti Italiani che siamo sottoposti a una pressione fiscale complessiva che si aggira vicino al 65%. Ma ancora una volta, il mio sottile senso di piacere è stato interrotto alla lettura del testo della Sua audizione, di cui riporto qui sotto il passaggio più significativo: “Ai sensi del comma 4 della norma, gli adempimenti devono essere posti in essere non solo dagli agenti immobiliari ma da tutti coloro che, in senso lato, effettuano intermediazione mettendo in contatto persone in ricerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare.”
Ecco, vede Dott.ssa Orlandi, oltre a essere un contribuente sono anche il Presidente Nazionale della Fiaip e rappresento gli agenti immobiliari, professione normata dalla Legge 39/89. Or dunque, quando Lei parla di agenti immobiliari e di tutti coloro che “in senso lato” effettuano intermediazione, sta avallando il fatto che vi possano essere agenti immobiliari abusivi. E’ un po’ come dire che non solo i medici possano essere sottoposti ad un provvedimento, ma anche chi fa il medico “in senso lato”.
Ma qual è il provvedimento a cui devono essere sottoposti gli agenti immobiliari e gli abusivi?
Secondo l’art. 4 del D.L.50/2017, queste categorie debbono diventare sostituti di imposta, dal 1° giugno insomma, professionisti e abusivi sullo stesso piano, debbono trattenere alla fonte il 21% da ogni importo che incassato in nome e per conto dei proprietari di casa.
Il costo della burocrazia che si abbatterà sugli agenti immobiliari? 90 milioni di Euro Il costo che si abbatterà sugli agenti immobiliari (in senso lato) abusivi? Nessuno, Orlandi, Nessuno. Gli abusivi, per definizione, sono fuorilegge e i loro introiti non possono essere fatturati, si figuri se si mettono a fare i sostituti d’imposta.
Ma tornando a bomba, in tutto questo, “Airbnb” e tutte le aziende che operano nello stesso comparto quanto pagheranno?
Assolutamente niente, la legge comunitaria parla chiaro, se la tua attività non opera stabilmente in Italia, sei sottoposto alla tassazione del Paese in cui operi stabilmente. Ora io la comprendo e non vorrei essere nei suoi panni, da una parte il Governo che la pressa continuamente per reperire nuove entrate e dall’altra questa nuova economia che ha il dannato vizio di scegliere come sede fiscale sempre Paesi che non siano l’Italia (chissà perché?), ma non le sembra esagerato favorire e appoggiare, una tassa occulta di 90 milioni sugli agenti immobiliari per incassarne, forse, 83?
Mi permetta, Direttrice, di darLe un suggerimento: la base imponibile che sfugge all’erario, prodotta da quelli che esercitano abusivamente la professione è di circa 600 milioni, ci aiuti a sconfiggere questo fenomeno come noi cerchiamo di fare da anni. Chieda al Governo di varare velocemente il Ddl. Abusivismo n°2281 che giace (dopo l’approvazione al Senato) alla Camera dei Deputati da almeno 3 anni e forse gli 83 milioni di ulteriori entrate fiscali saranno recuperati veramente e questa volta senza danneggiare quei professionisti che, anziché spostare le loro sedi fiscali in Paesi a tassazione agevolata, vogliono restare in Italia e contribuire alla rinascita dell’economia del nostro Paese.
Prima di salutarLa mi permetta un’ultima considerazione riguardante il Turismo. Cercare di mettere lacci e lacciuoli ai proprietari di casa, che affittano la loro abitazione per qualche settimana ai turisti, (così come state facendo nel Decreto Legge 50), cercando di recuperare i danari che permettono loro di pagare una tassazione sulla casa che è tra le più alte al mondo, soffocare sul nascere l’iniziativa privata, pretendendo ad esempio che un privato che affitta la propria abitazione debba avere lo stesso dispositivo anti incendio di un albergo, è come invitare chi ancora ha voglia di investire in Italia ad andarsene.
Nel 2014, 41mila Italiani hanno comprato casa all’estero e 49mila lo hanno fatto nel 2015, oltre ai nostri giovani, alle grandi aziende (leggasi Fiat-FCA), faccia in modo che non se ne vadano all’estero anche i tanti piccoli proprietari che ancora credono nell’investimento immobiliare, altrimenti tra qualche anno, potrei rimanere uno dei suoi pochi contribuenti”.