Il trauma sotto le macerie: parola all’esperto sulle ferite invisibili di una catastrofe

Il trauma sotto le macerie: parola all’esperto sulle ferite invisibili di una catastrofe

Un boato improvviso, poi la eco assordante del silenzio spezzata da urla e sirene: il cuore di San Giovanni Galermo, è stato scosso da un evento che ha trasformato la routine quotidiana in un incubo.

Mentre i residenti cercano di fare i conti con la perdita di beni materiali, un’altra battaglia si combatte nel silenzio: quella contro le ferite psicologiche.

E così ecco come improvvisamente si incrementano le chiamate per fughe di gas poi rilevatesi falsi allarmi, ecco che la paura sale e le paranoie si fanno sempre più reali.

Il trauma sotto le macerie: parola all’esperto sulle ferite invisibili di una catastrofe

Noi di NewSicilia abbiamo indagato i traumi che affrontano le vittime soggette a catastrofi come questa. L’abbiamo fatto con il piacevole parere della Dott.ssa Valentina La Rosa: psicologa, psicoterapeuta, assegnista di ricerca e docente a contratto di Psicologia dello Sviluppo presso l’Università di Catania.

Quali sono le reazioni psicologiche più comuni che le persone sperimentano immediatamente dopo un disastro come il crollo di una palazzina?

Le reazioni psicologiche immediate possono essere diverse da persona a persona ma nella maggior parte dei casi includono uno stato di choc, incredulità, confusione e paura intensa. Molte persone sviluppano una risposta da attacco o fuga (fight or flight) che si manifesta con tachicardia, sudorazione e difficoltà a concentrarsi“.

Alcuni possono inoltre sperimentare quello che viene definito senso di colpa del sopravvissuto, soprattutto se hanno visto altre persone ferite o decedute. Emozioni come tristezza, rabbia o disperazione emergono progressivamente, insieme a una forte vulnerabilità e senso di perdita“.

Qual è il ruolo degli psicologi nelle prime ore e nei giorni successivi a un evento traumatico di questa portata?

Gli psicologi hanno un ruolo cruciale nel fornire il cosiddetto primo soccorso psicologico. Si tratta di un intervento immediato che si concentra su ascolto attivo, normalizzazione delle reazioni emotive e creazione di un ambiente sicuro per le vittime“.

“L’obiettivo è ridurre il rischio di sviluppare traumi a lungo termine come il disturbo post-traumatico da stress. Inoltre, gli psicologi dell’emergenza collaborano con le autorità locali per identificare individui o gruppi a rischio come bambini o anziani per offrire loro un supporto psicosociale continuo“.

Dopo l’esplosione, i vigili del fuoco hanno registrato un incremento di chiamate per fughe di gas poi risultate essere falsi allarmi. Media e giornali possono aver incrementato queste “paranoie”?

I mass media giocano sicuramente un ruolo fondamentale nell’influenzare la percezione del rischio. La copertura costante e drammatica di un evento traumatico può amplificare ansie collettive e indurre un fenomeno noto come contagio emotivo“.

È naturale che le persone, dopo aver assistito a una tragedia simile, sviluppino una sensibilità maggiore ai segnali di pericolo ma, quando questa percezione viene alimentata da un’informazione sensazionalistica, può degenerare in allarmismi e comportamenti iperprotettivi. È importante dunque che i media riportino i fatti in modo accurato, evitando però di generare panico“.

Quali approcci terapeutici o interventi sono più efficaci per curare disturbi legati a traumi di questo tipo?

Sono diversi gli approcci terapeutici efficaci nel trattamento di disturbi legati a traumi di questo tipo. Ad esempio, uno degli approcci più efficaci secondo i dati di letteratura è la terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma che aiuta i pazienti a ristrutturare pensieri disfunzionali legati all’evento traumatico. L’EMDR è un’altra tecnica molto utilizzata per ridurre l’impatto emotivo dei ricordi traumatici“.

In alcuni casi, interventi basati sulla mindfulness o tecniche di rilassamento possono essere utili per gestire ansia e iperattivazione. Fondamentale è comunque un approccio personalizzato, adattato alle esigenze e al grado di gravità del trauma, ma soprattutto una relazione terapeutica positiva che è sicuramente il principale fattore di successo di un intervento“.

Quali sono le difficoltà psicologiche principali che gli sfollati affrontano?

Gli sfollati vivono una profonda perdita di sicurezza e stabilità che spesso si accompagna a un intenso senso di smarrimento. Tra le difficoltà principali che queste persone si trovano ad affrontare, vi sono l’incertezza riguardo al futuro, il distacco forzato dalla propria casa e dai beni personali e il senso di identità che viene messo in discussione“.

A livello emotivo, prevalgono ansia, depressione e, in alcuni casi, un senso di isolamento sociale. Inoltre, le famiglie sfollate possono trovarsi a dover affrontare un forte stress economico e relazionale, specialmente quando devono adattarsi a una convivenza prolungata in spazi temporanei“.

Quanto è importante il sostegno della comunità e dei legami familiari per aiutare le vittime a superare il trauma?

Il sostegno della comunità e dei legami familiari è un fattore fondamentale per il processo di recupero. La vicinanza emotiva delle persone care fornisce infatti un senso di protezione e di appartenenza che contrasta l’isolamento tipico del trauma“.

Gli studi hanno dimostrato che il supporto sociale può ridurre in modo significativo il rischio di sviluppare disturbi psicologici. Inoltre, le reti di solidarietà locali, come le associazioni o i gruppi di volontariato, contribuiscono a ricostruire una normalità condivisa, offrendo non solo un aiuto pratico ma anche un punto di riferimento importante dal punto di vista emotivo“.

Si è mai imbattuta in pazienti con casi simili?

Mi sono imbattuta in pazienti che hanno vissuto eventi traumatici come gravi incidenti. Ogni storia è unica ma ciò che accomuna queste esperienze è l’impatto profondo sulla percezione della sicurezza personale e sul mondo circostante“.

Ho potuto osservare come un intervento tempestivo e mirato, insieme a una rete di supporto sociale adeguata, sia fondamentale per favorire il recupero emotivo e la ripresa delle normali attività quotidiane. L’insegnamento che ho tratto da questi incontri è che la resilienza umana, con il giusto aiuto e supporto, può aiutare le persone a risollevarsi anche dalle situazioni più drammatiche“.