CATANIA – Il Terminal A dell’aeroporto internazionale di Catania resterà chiuso per permettere ai vigili del fuoco di proseguire con gli accertamenti sulle cause dell’incendio scoppiato nella notte tra domenica e lunedì. Slitta, dunque, la riapertura al pubblico (inizialmente prevista per questo pomeriggio) considerando anche le condizioni ancora precarie all’interno dell’edificio interessato dalle fiamme. Secondo alcune indiscrezioni (raccolte dal Corriere della Sera), il terminal principale dello scalo catanese rimarrà chiuso almeno fino al 25 luglio.
Già da oggi dovrebbero aumentare a cinque i decolli e gli atterraggi ogni ora per arrivare almeno a sette antro il fine settimana. Tale incremento sarà possibile quando saranno operative le tensostrutture (con aria condizionata) messe a disposizione dalla Protezione civile per accogliere i passeggeri.
Dopo il sopralluogo effettuato nella giornata di ieri dai vigili del fuoco e dal personale del Nucleo investigativo antincendi della direzione regionale dei vigili del fuoco per la Sicilia, nei locali interessati dall’incendio sviluppatosi nell’aeroporto di Catania, è emersa la necessità di effettuare ulteriori accertamenti tecnici e strumentali.
Le verifiche proseguiranno in collaborazione con la Procura, la Prefettura e SAC (Società di gestione Aeroporto Catania).
La società di gestione dell’aeroporto ha confermato che per la riapertura del Terminal A sarà necessario avviare le operazioni di bonifica e ottenere l’autorizzazione della magistratura per la restituzione delle aree coinvolte nell’incendio.
Durante la notte appena trascorsa, ben 24 nuovi pullman, targati appositamente il giorno precedente e concessi da Ast, sono giunti all’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi.
Questa decisione è stata presa dalla task force istituita su iniziativa del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e coordinata dall’assessore ai Trasporti, Alessandro Aricò. I mezzi in questione si aggiungono a quelli forniti in precedenza per far fronte all’emergenza causata dall’incendio all’aeroporto Fontanarossa.
Anche l’Aeronautica militare e il 6° Reggimento dei Bersaglieri dell’Esercito hanno messo a disposizione i propri mezzi per affrontare l’emergenza. La Protezione Civile sta fornendo supporto e assistenza ai passeggeri in attesa di tornare a destinazione. La Prefettura è in costante contatto con il presidente di Airgest, Salvatore Ombra, e ogni volo viene coordinato con la compagnia aerea Ryanair.
In totale, oggi, sono previsti 49 voli in transito dall’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi, tutti operati da Ryanair, di cui 31 riprotetti da Catania. Le destinazioni includono diverse città italiane ed europee. Per trasportare circa 6mila persone a Catania, saranno impiegati 130 bus.
Ieri, i 106 voli arrivati a Trapani non hanno subito ritardi imputabili allo scalo. Le autorità stanno facendo il possibile per gestire al meglio l’emergenza e garantire la sicurezza e la continuità dei viaggi dei passeggeri coinvolti.
“Il silenzio – esordisce il primo cittadino di Taormina – che si sta registrando in merito alla chiusura dell’aeroporto di Catania da parte dei vertici della Sac e da parte della politica regionale e nazionale è inaccettabile. Ad oggi, a distanza di quattro giorni dall’incendio divampato nell’area ‘Arrivi’ la tarda serata di domenica 16, non si hanno notizie certe sulla riapertura dell’importante scalo siciliano. A parte che qualcuno dovrebbe spiegare come può un semplice cortocircuito provocare un incendio senza che scattino le necessarie misure per arginare in tempo le fiamme e limitare i danni“.
“La società che gestisce l’aeroporto – prosegue De Luca – immagino sia dotata di un piano di emergenza proprio per gestire situazioni del genere. Voglio dare una notizia sconvolgente alla presidente della Sac Giovanna Candura e al Cda con in testa l’amministratore Delegato Domenico Torrisi: i piani di emergenza ci sono non per dare incarichi agli amici, ma per mettere in atto nel momento del bisogno un piano di reazione di fronte all’imponderabile che consenta di ovviare a possibili disservizi. In questo caso invece non ha funzionato niente. E da una parte non stupisce considerando che all’aeroporto di Catania l’approccio politico mafioso è la regola. Lo abbiamo denunciato in passato e torniamo a ribadirlo. L’aeroporto di Catania è sempre stato terra di conquista e l’emergenza odierna ha messo in luce le enormi lacune gestionali presenti“.
“Oggi – spiega il sindaco di Taormina – non si ha certezza dei tempi di ripristino dello scalo e non si riesce a dare comunicazioni puntuali ai passeggeri che si ritrovano dirottati tra Comiso, Palermo e Trapani senza avere neanche la possibilità per tempo di valutare soluzione alternative. Per un aeroporto costantemente a rischio chiusura a causa delle ceneri dell’Etna (che fino ad oggi ha obbligato a chiusure di poche ore) serve un piano che immediatamente proponga soluzioni alternative. Cosa succederebbe in caso di eruzione prolungata dell’Etna come avvenne qualche anno fa in Islanda? Il presidente della Regione Schifani dov’è? Non abbiamo sentito neanche la sua reazione su questa vicenda. Tutto tace. E il ministro Salvini? È troppo impegnato a simulare la costruzione del ponte con la confezione di Lego che gli ho fatto recapitare per occuparsi della riapertura immediata dell’aeroporto internazionale di Catania?“.
“Sud chiama Nord e Sicilia Vera stanno predisponendo un’interrogazione parlamentare urgente – conclude Cateno De Luca – per chiedere che venga fatta luce sulle cause dell’incendio e sulla mancata attuazione di un piano di emergenza che potesse garantire una gestione responsabile di quanto accaduto, contemporaneamente anche i nostri rappresentanti alla Camera l’on. Francesco Gallo e al Senato Dafne Musolino stanno predisponendo un interrogazione urgente per chiedere al Governo risposte e garanzie sulla piena funzionalità dello scalo di Catania in tempi ragionevoli“.
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