Il sistema affaristico dello studio Pogliese e il prestanome per le aziende: il ritratto del “pupo di pezza”

Il sistema affaristico dello studio Pogliese e il prestanome per le aziende: il ritratto del “pupo di pezza”

CATANIA – Le misure vantaggiose che lo studio Pogliese sarebbe riuscito a “garantire” ai suoi clienti sarebbero state concretizzate grazie alla presenza di un prestanome a cui sarebbero state addossate tutte le responsabilità una volta create le nuove società “pulite”.

Ma chi era questa figura? Nell’indagine della procura di Catania viene fatto il nome di Salvatore Virgillito, 66 anni e attualmente agli arresti domiciliari. Lo studio Pogliese e i suoi associati si sarebbero avvalsi della consulenza di Salvatore in qualità di anello di congiunzione con le aziende.

Come “capro espiatorio” di tutta la vicenda, però, era stato scelto proprio il figlio di Virgillito, non interessato in questo caso da provvedimenti cautelari, ma un vero e proprio “pupo di pezza – da ciò il nome dell’operazione odierna – da “consegnare” agli imprenditori per la creazione delle future aziende.



L’uomo, in particolare, era considerato un elemento incapace ad assumere le vesti di liquidatore, in quanto interessato anche da difficoltà personali, e veniva interpellato solo per apporre le firme ai documenti. Una volta esaurito il compito, arrivava dunque il compenso di circa 400 euro.

Il padre, Salvatore, secondo gli investigatore non si sarebbe, però, accontentato della semplice somma pattuita. Un aspetto, tuttavia, ancora da chiarire da parte della procura di Catania.