CATANIA – La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta sulla morte di Alfio Torrisi, 54enne di Giarre, deceduto nell’ottobre del 2023 al Rand memorial hospital di Freeport, nelle Bahamas, dove era stato ricoverato dopo un malore sulla nave “Paradise della Carnival cruises line”, dove era al lavoro per conto della Techni Teak di Riposto.
Nel fascicolo d’inchiesta si ipotizza il reato di omicidio colposo. Due gli indagati iscritti come atto dovuto per eseguire l’autopsia come atto irripetibile: il titolare dell’impresa per cui lavorava e il capitano della nave.
A ricostruire la vicenda, che ha trovato conferme in ambienti giudiziari, sono i colleghi del quotidiano La Sicilia.
A complicare l’inchiesta, al momento, vi sarebbe l’impossibilità di eseguire una completa autopsia sul corpo dell’uomo che, il medico legale nominato dalla Procura, Cristoforo Pomara, ha trovato privo di organi interni, sostituiti da segatura mista a fogli di giornali americani, per imbalsamarlo.
Decisivo diventa recuperare i “vetrini” che l’ospedale delle Bahamas dovrebbe aver conservato. La procuratrice facente funzioni Agata Santonocito e il sostituto Emanuele Vadalà hanno avviato la procedura per la rogatoria internazionale.
L’inchiesta a Catania è stata avviata il 9 novembre del 2023, dopo un esposto della moglie del falegname, assistita dagli avvocati Antonio Fiumefreddo e Giuseppe Berretta. La famiglia Torrisi denuncia che l’attività del falegname si sarebbe svolta “in condizioni di lavoro ai confini del disumano” e anche con “ritardi nei soccorsi dopo che l’uomo si è sentito male: dalle tre ore e mezza trascorse prima che fosse chiamata l’ambulanza al mancato trasferimento dal piccolo ospedale di Freeport a Miami“.
I legali della Techni Teak, gli avvocati Emanuela Fragalà e Concetto Ferrarotto, affermano che “in questa fase, non avendo avuto accesso agli atti, non hanno dichiarazioni da fare“.
“Mio fratello stava benissimo, aveva fatto dei controlli medici poco prima ed era sano – dice Rosaria Torrisi – ha lasciato una moglie e un bambino, e noi sorelle e fratelli con papà distrutti. Vogliamo sapere se sia morto di lavoro e che fine abbiano fatto i suoi organi. Sembra tutto così assurdo… non ci daremo pace fino a quando non avremo la verità“.
In foto Alfio Torrisi
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