Il Circo Massimo alle falde dell’Etna

CATANIA – All’alba di lunedì 12 giugno scorso, i fasti delle tumultuose corse di bighe che nell’antica Roma si svolgevano al Circo Massimo, sembra che siano stati riesumati sui tornanti dell’Etna. Gli ingredienti c’erano tutti, folle tumultuose in preda a delirio agonistico, aurighi ardimentosi in versione catanesizzata con calessi al posto delle bighe e, a quanto pare, benché non inquadrati nel video diffuso su TikTok, anche allibratori intenti a gestire un vorticoso giro di scommesse stimate nell’ordine di circa 100.000 euro.

Lampo VS Agente Segreto

Come nelle corse che si disputavano circa 2.000 anni or sono, quando cioè il concetto di maltrattamenti agli animali era di là da venire, gli equini sono stati sottoposti a sforzi sovrumani derivanti dal loro stato di terrore dovuto ai clacson del nutrito gruppo di scooteristi che li inseguivano al precipuo scopo di aizzarli a più non posso. I due poveri quadrupedi, rispondenti ai nomi di “Lampo” e “Agente Segreto” messi in campo, rispettivamente, dalle fazioni di Picanello e San Cristoforo, sono stati lanciati al galoppo sfrenato sulla strada che si inerpica per l’Etna nel tratto che va da Nicolosi al bivio per Ragalna.

I rischi per la pubblica incolumità, durante questi eventi, sono elevatissimi, così come lo sono per gli stessi partecipanti, tant’è che diversi anni or sono ci scappò il morto fra uno degli scooteristi del nutrito seguito dei driver.

Le parole di Fratelli d’Italia

Il coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia-Dipartimento Legalità e Sicurezza, esprime la sua insoddisfazione per la mancata attuazione di misure di profilassi finalizzate ad arginare il fenomeno tutto catanese delle corse clandestine di cavalli che, dopo il circostanziato articolo di giornalismo d’inchiesta pubblicato in data 11 aprile scorso sul quotidiano La Sicilia, si avrebbe dovuto avere ragione di ritenere che sarebbe stato adeguatamente contrastato dalle preposte autorità deputate alla salvaguardia della sicurezza pubblica.

Ed ecco, invece, che intere frange degli strati più scalmanati dei quartieri di Picanello e San Cristoforo, in barba ad ogni attività infoinvestigativa che non si sa se e come è stata espletata allo scopo, si sono potute nottetempo mobilitare in massa trasferendosi, senza minimamente essere osservati e/o disturbati, fino ai ripidi pendii dei contrafforti etnei, adoperandosi altresì, quasi in segno di sfida, a pubblicizzare le loro prodezze mediante un video diffuso su TikTok.

Un’emittente televisiva privata, nel diffondere la notizia, ha specificato che la corsa in esame si è potuta svolgere solo perché le forze dell’ordine si aspettavano detta competizione per l’alba di domenica, puntualizzazione che presumiamo sia provenuta da qualche notabile della Questura, ma sulla quale esprimiamo la nostra ragionevole perplessità.

Se, infatti, i servizi preventivi di dispiegamento delle ingenti forze necessarie a contrastare una corsa clandestina si fossero attivati la domenica mattina, con conseguenti controlli presso le stalle di Picanello e di San Cristoforo, si può star certi che la gara in questione sarebbe stata rinviata sine die o annullata, ma non rinviata all’indomani.

Inoltre, l’ammissione che le investigazioni preventive, qualora effettivamente espletate, si siano concretate nell’acquisizione di notizie errate sul giorno in cui doveva disputarsi la corsa clandestina, appare di per se mortificante, specie alla luce di un evento di attrazione di massa come quello di cui trattasi ha dimostrato di essere.

Bisogna invece dare atto che una volta che il reato è stato consumato, ci risulta che i carabinieri del Comando Compagnia di Paternò, competente per territorio, hanno prontamente avviato le opportune indagini per risalire ai responsabili dell’avvilente spettacolo.

Corse clandestine di cavalli sull’Etna: trovata stalla abusiva a Biancavilla – VIDEO

Tale evidenza ci induce a formulare una obiettiva constatazione: l’attività di Polizia Giudiziaria finalizzata ad individuare gli autori del reato, nel momento in cui esso è stato perpetrato, ha funzionato a dovere, mentre l’attività preventiva da dover adottare sui luoghi di partenza dei rei, di competenza dell’Autorità di Pubblica Sicurezza del capoluogo etneo, ha lasciato molto a desiderare, cosa a cui purtroppo ci siamo dovuti abituare da due anni a questa parte.

Articolo redatto in collaborazione con il responsabile del Dipartimento Legalità e Sicurezza, Dr. Marcello Rodano