Il catanese e la Pasquetta in quarantena. La tradizionale “mangiata” come messaggio di speranza

Il catanese e la Pasquetta in quarantena. La tradizionale “mangiata” come messaggio di speranza

CATANIA – La Pasquetta è un giorno cardine per il cittadino catanese. Per tale ricorrenza infatti, gli abitanti del capoluogo etneo, solitamente, si armano di fucularu, carne, radigghia (griglia) e partono per affrontare la classica scampagnata tra amici. Una tradizione che per il 2020, purtroppo, non potrà essere rinnovata, date le giuste restrizioni che tutti siamo obbligati a rispettare per contenere il diffondersi del Coronavirus.

Sarà quindi una Pasquetta particolare, unica nel suo genere (si spera), per tutta Italia. Il catanese però, è conosciuto anche per la sua creatività nel trovare un modo sempre nuovo di trascorrere un giorno di relax e festa nonostante le stringenti prescrizioni governative, anche per concedersi 5 minuti di pausa da tutte le brutte notizie di questo particolare periodo storico.

Non potendo né riunirsi con amici, né tanto meno uscire e fare una scampagnata, perché non allestire un bel fucularu nel balconcino di casa e arrostire in famiglia? Sarebbe una bella occasione per riscoprire il piacere di passare certi momenti con i propri figli e genitori (piaceri che, forse, si sono un po’ persi con il tempo), in totale sicurezza, senza fare del male a nessuno e rispettando la legge. In questo modo il catanese riuscirebbe a rendere genuina anche una grave emergenza come il Coronavirus.

Per chi invece non è riuscito a ricongiungersi con i propri cari, nulla è perduto. Quando tutto finirà potrà organizzare una “mangiata” con i propri familiari e gli amici e il tutto assumerà un valore ancora più bello, dato che si dovrà recuperare il tempo perduto. Nonostante ciò, il catanese bloccato fuorisede può svolgere un’importante funzione culturale.

Potrebbe infatti esportarela mangiata” ai propri inquilini nordici, esteri o, comunque, di altre regioni italiane. Potrebbe raccontare di come il catanese, in tempi normali, organizza scrupolosamente la scampagnata di Pasquetta, provando a far scoprire a chi non sa il piacere di stare insieme con semplicità. Niente ristoranti o hotel di lusso, ai catanesi basta una campagna, tanta carne, radigghia, fucularu e un po’ di amici per poter dire di avere trascorso “la Pasquetta più bella del mondo“.

Nonostante il periodo difficile, dunque, il catanese può lanciare un messaggio di speranza non solo ai suoi concittadini, ma anche a tutta Italia. Perché alla fine, ogni giorno può essere Pasquetta, ogni giorno si può organizzare una “mangiata”, ogni giorno si possono passare momenti indimenticabili, ma con semplicità. Ora non è il momento, ma stare a casa ora, permetterà a tutti, in futuro, di organizzare la “mangiata” più bella del mondo.

Immagine di repertorio