Il “cappotto di legno” per Pietro Gagliano, dalla lite ai colpi di pistola o Passareddu

Il “cappotto di legno” per Pietro Gagliano, dalla lite ai colpi di pistola o Passareddu

CATANIA – Era pronto il “cappotto di legno” per Pietro Gagliano, esponente del clan Cappello-Bonaccorsi, da parte di alcuni membri dei Santapaola-Ercolano.

Proprio dal progetto di uccidere Gagliano sono partite le indagini – iniziate nel maggio dello scorso anno – e che hanno visto epilogo con l’operazione di oggi a Catania – denomina “Leonidi bis” – e che si sono concluse con tredici arresti (clicca qui per leggere i nomi). 

Il “piano” per uccidere Pietro Gagliano

Nel dicembre 2023 i primi fermi nei confronti di nove soggetti legati alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, anche da vincoli di parentela. Questi erano coinvolti nella pianificazione di un attentato omicida contro Pietro Gagliano, esponente del clan “Cappello-Bonaccorsi”, in risposta a un fatto avvenuto il 21 ottobre 2023.

Dell’omicidio di Gagliano si parlava anche in conversazioni tra gli indagati.

Cosa è accaduto o “Passareddu” nell’ottobre 2023

La sera del 21 ottobre 2023 nella zona del “Passereddu”, nel quartiere San Cristoforo, durante una discussione tra membri dei gruppi mafiosi coinvolti, Pietro Salvatore Gagliano ha sparato quattro colpi di arma da fuoco contro esponenti della famiglia di “Cosa Nostra” catanese.

Due delle vittime, rimaste illese, avrebbero subito deciso di vendicarsi con un attacco armato, nonostante le raccomandazioni contrarie provenienti da altri membri.

 

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