Il calvario quotidiano dall’Etna a Catania: distanza, disagi e disattenzioni

Il calvario quotidiano dall’Etna a Catania: distanza, disagi e disattenzioni

SICILIA – Riceviamo e pubblichiamo, da parte di un nostro fedelissimo lettore Alfio Papa, una segnalazione in merito a una situazione a dir poco invivibile.

La segnalazione di un lettore

Vivere ai piedi del maestoso Etna porta con sé non solo la bellezza mozzafiato di uno dei paesaggi più emblematici d’Italia ma anche un’odissea quotidiana che sfiora l’assurdo. La vergognosa gestione del sistema viario e dei trasporti pubblici, che dovrebbe connettere i paesi pedemontani come Randazzo alla metropoli di Catania, emerge come un caso paradigmatico di presunzione o, peggio ancora, di una sorta di arroganza amministrativa che sconvolge la vita di centinaia di cittadini ogni giorno.

La situazione è drammaticamente evidente per chi vive a più di 70 chilometri di distanza dalla città di Catania, spesso costretto a viaggiare per necessità lavorative, educative, sanitarie o per semplici procedure come raggiungere l’aeroporto. Tuttavia, la distanza fisica è il minimo dei problemi quando posta a confronto con i disagi pratici che questa comporta.

Prendiamo ad esempio l’autostrada A18 nel tratto che da Fiumefreddo conduce a Catania: qui, una serie di cantieri attivi si trasformano quotidianamente in trappole per automobilisti. Corsie chiuse, segnalazioni confuse e interminabili code fin da chilometri prima di raggiungere i lavori, causano ritardi che possono superare l’ora di viaggio, a ciò si aggiunge il paradosso di cantieri spesso deserti, senza lavoratori in attività. Una gestione inefficace e irresponsabile del Consorzio Autostrade Siciliane e della Regione Sicilia che pare ignorare l’importanza di una segnaletica adeguata e di un’organizzazione del traffico che minimizzi i disagi per i cittadini.

Il caos si intensifica appena si giunge ai caselli di Catania, con un traffico praticamente paralizzato sia verso l’aeroporto che nel tentativo di addentrarsi nel cuore della città. Viale Mediterraneo rimane una trappola a rallentatore, un ulteriore nodo nel già complesso intrico di ritardi che i pendolari devono subire quotidianamente.

Di fronte a questa situazione caotica, emerge l’appello al sindaco di Catania, Avv. Enrico Trantino, affinché si prendano serie misure per alleviare il carico di traffico. Le aree problematiche, tra cui il Viale Vincenzo Giuffrida e la Circonvallazione, soffocano sotto il peso di semafori eccessivamente sensibili agli attraversamenti pedonali, che, senza una gestione più efficiente e forse l’implementazione di soluzioni infrastrutturali come sottopassaggi, costringono il traffico a soste che sembrano interminabili.

Chi ne risente maggiormente sono i pendolari, costretti a accumulare ritardi che impattano significativamente sia sul tempo personale che su quello lavorativo, causando danni economici e professionali notevoli. I lavoratori che dipendono dai mezzi pubblici pagano un prezzo ancora più alto, con gli autobus in partenza da Randazzo – Linguaglossa – Piedimonte che registrano quotidianamente ritardi significativi.

In conclusione, l’auspicio è che chi di dovere intervenga con soluzioni rapide e definitive. La situazione attuale non solo mina la qualità della vita dei cittadini ma getta una luce oscura sull’efficienza e sull’efficacia delle amministrazioni locali siciliane. Senza un cambiamento radicale, Catania e i suoi pendolari rimarranno l’emblema di una vergogna che risuona ben oltre le pendici dell’Etna, riflettendosi negativamente sull’intera immagine dell’Europa.

Articolo a cura di Alfio Papa