CATANIA – Non conosce sosta l’indagine sul caso Catania. I magistrati continuano a lavorare per accertare nel più breve tempo possibile precise responsabilità dei protagonisti della vicenda. Presto l’indagine si potrebbe spostare a Roma, in considerazione della promozione di Giovanni Salvi in qualità di Procuratore generale di Roma. Intanto si sono concretizzati i primi interrogatori.
Delli Carri, Arbotti, Di Luzio, Impellizzeri e Milozzi hanno optato per la decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere. Lo stesso non hanno fatto Antonino Pulvirenti e Pablo Cosentino, dimessisi dalle cariche di Presidente ed Amministratore Delegato del Calcio Catania. Pulvirenti ha ammesso le proprie colpe sottolineando di avere acquistato le partite al centro dell’inchiesta ‘I treni del gol’ con costi tra i 100mila e 50mila euro a gara.
Tuttavia i personaggi che avrebbero dovuto consegnare il denaro ai calciatori da corrompere potrebbero avere raggirato lo stesso Pulvirenti, almeno in alcuni casi. In questo contesto un ruolo determinante ha avuto anche chi si occupava di scommettere sui risultati (il dimissionario Presidente rossoazzurro nega di avere scommesso). Bisogna, però, comprendere ancora meglio i meccanismi che hanno determinato la corsa dei ‘treni’ diretti verso l’illecito sportivo che fa tremare i tifosi del Catania.
Il quadro è un tantino più chiaro e l’ammissione di Pulvirenti potrebbe favorire la rapidità delle indagini. I calciatori indagati, però, hanno detto di essere estranei alla vicenda. Qualcuno potrebbe mentire, ma non si esclude nemmeno l’ipotesi che nuovi nomi saltino fuori questo mese (anche di giocatori in forza al Catania). Di sicuro, se da una parte spicca il compratore, dall’altra devono necessariamente figurare i venditori. La Procura intende andare avanti fino in fondo punendo nella giusta misura i colpevoli.