CATANIA – Dopo aver puntato la lente d’ingrandimento sulle vicende che hanno riguardato il marchio della “Birra Messina”, oggi l’attenzione vira su un’altra storica azienda siciliana con un vissuto travagliato: la Cesame, che dopo anni da leader nella produzione di sanitari è stata definitivamente chiusa nel 2007.
L’azienda è stata al centro di un vero e proprio vortice giudiziario. Infatti, subito dopo la chiusura, il tribunale etneo aveva dichiarato l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria. Venne designato come amministratore straordinario Giovanni Fiori che tentò inutilmente di risanare l’azienda.
Nel 2005 Fiori propose alla Mit.Fin Spa l’operazione di vendita della Cesame, la società si dichiarò disponibile, subordinando la cessione all’accoglimento di un progetto industriale elaborato dalla Forex srl. Per avviare il progetto fu nominato Antonino Santoro. Nella relazione inviata al ministero Fiori allegò il bilancio previsionale per il primo anno di esercizio, indicando un passivo di 1,6 milioni di euro.
Il 10 ottobre del 2005 venne raggiunto l’accordo tra società venditrice e acquirente, che accettò il trasferimento di 130 dipendenti nella nuova compagnia. La società acquirente si impegnava a prevedere un piano di investimenti da 3,8 milioni di euro.
Sotto la gestione Santoro venne costituita la holding Cesame Group, con la Cesame Trade Mark che si occupava dell’area ceramica/piastrelle, Cesame immobiliare, che gestiva il capannone, e Cesame industriale, l’unità produttiva, all’acquisto della quale si era interessata una multinazionale turca. Nel 2006 la rottura con le organizzazioni sindacali divenne profonda e il fondo americano interessato all’investimento si defilò.
Nasce allora l’intenzione degli ex dipendenti di Cesame di investire sull’azienda a loro cara formando un consorzio. L’idea prende sempre maggiormente corpo e dopo diversi tentativi riesce a divenire realtà quando la Regione Siciliana annuncia lo sblocco dei finanziamenti che, insieme ai fondi costituiti dai 77 soci-dipendenti, permetteranno, a fine 2016, una ristrutturazione dei locali che ospitavano la fabbrica della Cesame e il riavvio della produzione.
Un altro marchio d’eccellenza siciliano che ha rischiato di finire nel baratro ma che grazie all’intraprendenza e allo spirito dei suoi dipendenti è pronto a rivedere la luce.