Grande successo a New York per “La voce negli occhi”

Grande successo a New York per “La voce negli occhi”

CATANIA – “L’Italia non accetta l’eutanasia, ma uccide le persone”, è stata questa la frase di Oliver Martin, mostrata a New York, subito dopo la proiezione del film “La voce negli occhi” di Pietro Crisafulli.

“A notte fonda, appena aperta la video conferenza, siamo stati a lungo applauditi. Un applauso durato tantissimi minuti. Parole molto forti e commoventi, non sono riuscito a trattenere le lacrime. Sono state rivolte tantissime accuse verso l’Italia, la scienza medica e la politica”, racconta il signor Crisafulli.

“Sala stracolma, di persone. Veramente emozionante, non mi aspettavo che gli Americani si comportassero così. Sono stati fatti tanti complimenti per il film. Sono rimasti molto colpiti, anche per il fatto che si vedesse New York, nell’11 settembre, durante l’attentato alle Torri Gemelle. Non pensavano minimamente che l’Italia avesse avuto questo comportamento, sono rimasti schifati. Le accuse sono state molto pesanti verso la nostra nazione. Tantissimi medici erano presenti”.

Il film, prodotto da Pietro Crisafulli, racconta la storia del fratello Salvatore, conosciuto come “il Terri schiavo italiano”, morto a 47 anni a seguito di una lunga agonia. La pellicola, però, è stata successivamente dedicata non solo a Salvatore ma anche alla signora Angela e Mimmo, rispettivamente madre e figlio di Pietro Crisafulli.
“Emozionante il lungo applauso a mio figlio Mimmo, che aveva interpretato l’altro mio fratello Agatino, morto nel 1992, ucciso 7 mesi fa in un incidente stradale, lasciando due bambini piccoli. Sbalorditi dal fatto che non ci sia stata ancora giustizia. Scioccante dopo aver capito che mio fratello Salvatore era morto, in attesa che un giudice Italiano gli desse l’autorizzazione a curarsi oppure no, con cellule staminali”, continua Pietro.

“Sono felice che abbia onorato i miei cari. Dato il successo avuto, (non sono entrati tutti in sala), a fine mese lo riproiettano di nuovo, forse in un altra sala molto più grande. Grazie America per tutto, anche se già so, che in Italia nessuno né parlerà”.