Una mattina di ordinaria follia alla Posta centrale di Catania. La lettera di una lettrice indignata

CATANIA – Riceviamo e pubblichiamo in versione integrale la lettera di una nostra lettrice indignata per ciò che è accaduto alcuni giorni fa al palazzo centrale delle Poste di Catania: caos, disorganizzazione e malcontento.

“Lunedì mattina sono andata alla Posta centrale per ritirare una raccomandata molto importante. Il sabato precedente avevo ricevuto l’avviso di giacenza in cui veniva specificato il luogo e l’orario in cui il servizio veniva espletato.                                                    

Entrando ho preso il numero dall’elimina coda, n. 335, guardo il dlsplay e mi rendo conto che c’è da aspettare. Per sicurezza chiedo ad un signore seduto se il numero che appare è quello effettivo ed il signore gentilmente mi dice che il display non funziona bene e bisogna contare 100 numeri in meno. Perfetto, mi siedo e aspetto.

All’interno della sala c’erano al mio ingresso una quindicina di persone che aspettavano educatamente il loro turno.

Ad un certo momento appare il mio numero sul display, mi alzo e chiedo a voce alta se esso è quello reale. A questa mia richiesta si è scatenato il putiferio perché i presenti si sono resi conto che pur essendo lì da ore non erano stati chiamati e nessuno ci aveva fatto caso.

Alle rimostranze di tutti, il personale ha ricominciato a chiamare a voce i numeri partendo dal 201 e si è giustificato dicendo che alle 9 del mattino erano stati informati i presenti del disguido, non pensando che chi entrava dopo non avendo l’orecchio bionico poteva rimanere all’oscuro della cosa.

Alla fine gli impiegati sono riusciti a mettere ordine in questo caos ed è arrivato il mio turno. L’addetta guarda l’avviso e mi dice: “Lei può ritirare la raccomandata soltanto domani”.

Ma io per andare alla posta avevo preso un permesso di lavoro. Le domando, quindi, come avrei dovuto saperlo e la dipendente candidamente mi risponde che avrebbe dovuto segnarlo sull’avviso il postino… che neanche a dirlo non lo ha fatto…

E così vi ho raccontato la mia mattinata di ordinaria follia alle Poste di Catania. A voi le riflessioni…”.