La giornata da incubo del pendolare catanese: autobus contro metro, oltre 1 milione di passeggeri nel primo semestre

La giornata da incubo del pendolare catanese: autobus contro metro, oltre 1 milione di passeggeri nel primo semestre

CATANIA – Sveglia al mattino, una colazione veloce e poi via di corsa alla fermata dell’autobus. Questo, in teoria, dovrebbe essere il classico inizio di giornata per un cittadino. Da tempo, però, a Catania non è così.

Le innumerevoli difficoltà che hanno colpito l’Azienda Metropolitana Trasporti di Catania, su tutti l’assenza di fondi, hanno portato a una crescente carenza di mezzi e di disagi per l’utenza. Così, ogni giorno, molte persone si trovano ad aspettare ben oltre i 20 minuti per poter prendere l’autobus necessario a raggiungere la destinazione, in alcuni casi anche il posto di lavoro. 

“A volte mi è capitato di aspettare anche quasi un’ora. Inutile arrivare in anticipo alla fermata se poi la linea che mi interessa non passa o porta un considerevole ritardo” racconta Fabrizio. Che, inoltre, non ferma il suo sfogo: “Come se non bastasse, ovviamente, si raccoglie sempre tantissima gente e, quindi, si assiste al successivo assalto per salire e trovare anche un piccolo spazio sull’autobus. Il problema è che siamo in estate e il caldo non aiuta”.

Questa, bene o male, è la “giornata” tipo di un pendolare catanese. Una situazione che non cambia neanche con la linea rapida del BRT. Per questa, infatti, l’attesa prevista di 7 minuti si allunga, in diverse occasioni, a 15 o 20.

Una colpa da attribuire alla scarsa presenza di mezzi. Sui 140 circa necessari per garantire un servizio adeguato, specialmente in estate, quando molta gente cerca di raggiungere il mare della scogliera o della Playa, ne sono attivi mediamente 70. Un numero che può ridursi ulteriormente con il caldo incessante. “I mezzi vetusti – spiega Giuseppe Cottone, segretario del sindacato Fast Confsal – nei giorni in cui le temperature raggiungono picchi elevati, mostrano tutti i limiti e le loro criticità, quali il surriscaldamento. Spesso i conducenti si trovano costretti a fermarsi per far raffreddare il motore”.

Un cambiamento possibile qualora arrivassero i tanto attesi fondi: “Se con la Regione, al momento, sembra andare tutto bene dopo aver chiuso la transazione riguardante il doppio taglio del chilometraggio, dal Comune la partecipata aspetta ancora circa 25-30 milioni di euro. La speranza è che qualcosa possa cambiare dopo l’ultima approvazione del bilancio”.

Alcuni dei pendolari, però, possono trovare delle soluzioni alternative. L’apertura della metro, infatti, ha rivoluzionato il modo di vivere di molti cittadini. E se in una fase embrionale era collegata solo una piccola parte della città, con l’apertura della fermata di Nesima, a fine marzo, il flusso di gente che utilizza la metropolitana è aumentato a dismisura: “Che la gente si stia abituando – analizza Cottone – lo si evince dai numeri. Nonostante la stazione Nesima sia stata aperta da poco, nel primo semestre di quest’anno circa 1 milione 300 mila persone hanno utilizzato la metro”.

Mezzo comodo, alternativo e che, al momento, sopperisce alle precarietà del trasporto pubblico su gomma. Solo una cosa preoccupa, sottolinea ancora il sindacalista: “La metro non deve diventare l’unico trasporto a Catania. Il servizio pubblico urbano deve essere un insieme di componenti. Speriamo che le cose si risolvano e che l’Amt rimanga azienda leader del trasporto pubblico locale”.