Il giallo del tragico peschereccio. Inabissato di nuovo il natante dell’ecatombe. Fallisce Augusta 2016?

Il giallo del tragico peschereccio. Inabissato di nuovo il natante dell’ecatombe. Fallisce Augusta 2016?

CATANIA – Immaginiamo i loro spiriti ormai liberi, leggeri e sereni bloccarsi, guardarsi increduli, per poi scuotere la testa. Nemmeno nel peggiore degli incubi avevano immaginato quel che avrebbero subito da vivi, figuriamoci dopo avere oltrepassato l’ignoto. Immaginiamo gli spiriti dei 700, forse addirittura circa 900, migranti rimasti intrappolati nel peschereccio speronato e affondato quella maledetta notte del 18 aprile dello scorso anno, schiacciati all’interno di una stiva che poteva contenere massimo 40 persone. Sono di nuovo sul fondo, sono stati nuovamente inabissati, questa volta non per colpa della crudeltà dei trafficanti di esseri umani, ma per quello che sta rivelandosi un clamoroso fallimento di un’operazione della Marina Militare, voluta dal Ministero dell’Interno, l’Augusta 2016, quella che avrebbe dovuto permettere la riesumazione della salme della più grande ecatombe di immigrati avvenuta nel Mediterraneo, quella che doveva diventare esempio di umana pietà e di efficienza.

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Ieri lo stringato comunicato stampa dello Stato Maggiore della Marina Militare “Le operazioni di recupero del relitto del peschereccio inabissatosi lo scorso 18 aprile 2015 sono sospese a causa del peggioramento delle condizioni dello stato del mare nello Stretto di Sicilia. Le attività di recupero riprenderanno nei prossimi giorni con il migliorare delle condizioni meteo-marine al fine di permettere lo svolgimento delle stesse in piena sicurezza del personale e dei mezzi impiegati”. Cioè il prossimo agosto. Sì, avete capito bene. L’operazione avviata lo scorso 27 aprile, che nel giro di pochi giorni doveva entrare nel vivo nell’hangar allestito nella zona Nato del porto di Augusta, dove i vigili del fuoco avrebbero avuto l’agghiacciante, e rischiosissimo emotivamente, compito di mettere le mani in una fossa comune, è stata sospesa ed è rimandata a data da destinarsi.

È un dettaglio che ancora non è stato ufficializzato, perché l’imbarazzo nel Viminale ed in tutte le altre sedi istituzionali coinvolte sarebbe a livelli intollerabili. Già nei giorni scorsi vi avevamo rivelato le numerose falle organizzative che hanno messo a rischio l’operazione, il briefing saltato quando si credeva che fosse imminente l’arrivo della flotta col triste rimorchio, i continui ritardi giustificati sempre con le avverse condizioni marittime, il documento del Ministero dell’Interno che dichiarava evidenti difficoltà organizzative, nel quale si ipotizzava l’arrivo ad Augusta lo scorso martedì e si chiedeva ai dipartimenti siciliani dei vigili del fuoco di richiamare il personale in ferie o in riposo per sopperire ai vuoti negli organici provocati dal reclutamento di pompieri per l’operazione. Nessuna flotta all’orizzonte martedì, mercoledì, giovedì, ieri. Perché non c’è più una flotta da attendere.



Abbiamo cercato di verificare la notizia con i canali ufficiali. Il responsabile della comunicazione dei vigili del fuoco, Luca Cari: “Sappiamo solo che l’operazione è sospesa. Per i dettagli dovete rivolgervi alla Marina Militare”. Abbiamo chiesto informazioni sui vigili del fuoco già mobilitati, se fossero ormai pronti coi borsoni per tornare nelle rispettive sedi, soprattutto quelli giunti da fuori la Sicilia, così come Paolo Bernardini, lo psicologo del dipartimento di Pisa, e l’esperto di droni abruzzese Berardino Mastropietro, che avrebbe dovuto sondare il relitto una volta nell’hangar, quello riedificato dopo che il precedente modulo era stato smontato per via delle dimensioni sbagliate. “Che io sappia – ci ha dichiarato Cari – i vigili non sono mai partiti. Sono stati messi in preallerta, visto che ancora non era certa la data di arrivo della flotta”.

L’ufficio stampa della Marina Militare di Augusta: “Potrete parlare col responsabile lunedì – ci dice un addetto – io posso soltanto confermarvi che l’operazione è sospesa. Non so dove sia la flotta”. L’ufficio stampa dello Stato Maggiore della Marina Militare: “Quel che sta accadendo è scritto nei comunicati. Non so chi vi abbia detto che il peschereccio è stato nuovamente inabissato e che l’operazione riprenderà in agosto. Noi sappiamo che si sta soltanto attendendo il miglioramento delle condizioni marittime, per poi proseguire come da programma”.

Quanto saputo dalla nostra fonte ci viene però confermato dai portavoce dell’europarlamentare alcamese Ignazio Corrao, che è in stretto contatto col sindaco di Augusta Cettina Di Pietro per offrirle il massimo supporto: “È verissima ogni notizia che avete pubblicato: la preoccupazione per la salute degli operatori che con spirito eroico non si sottrarrebbero ad un compito mai affrontato prima e dalle conseguenze inimmaginabili, il primo hangar montato nella base Nato dai tecnici del dipartimento nazionale dei vigili del fuoco che aveva le dimensioni errate, la confusione organizzativa – ci dichiara l’ufficio stampa dell’onorevole pentastellato -. E confermiamo che il peschereccio è stato nuovamente adagiato sul fondo marino e che si rimetterà mano al recupero in agosto. L’onorevole Corrao ha preso a cuore questa incredibile vicenda ed a metà della prossima settimana presenterà una interrogazione parlamentare a Bruxelles”.

Alessandro Sofia