CATANIA – Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha arrestato 7 persone ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio delle medesime.
Si tratta di Carlo Burrello, 23 anni, Salvatore Conticello, 24 anni e dei pregiudicati Carmelo Di Stefano, 25 anni, Piero Natale Russo, 21 anni, Gioacchino Strano, 21 anni, e il già detenuto Vittorio Cristian Russo di 25 anni (in basso da sinistra a destra).
Le indagini coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica e condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata hanno permesso di disarticolare il gruppo criminale che gestiva una fiorente “piazza di spaccio” nel popolare rione di Librino, con epicentro fra i palazzi ubicati in viale Grimaldi 6 e 7, sotto l’egida dell’organizzazione Santapaola – Ercolano, secondo un consolidato modello di tipo militare costituito da un articolato modulo di vedette, pusher e custodi della droga.
In particolare a Carlo Burrello è stato contestato il ruolo di promotore e organizzatore della “piazza di spaccio”.
Lo smercio della sostanza stupefacente, ceduta a singole dosi o in “pezzature” più grandi, poteva fruttare, giornalmente, anche sino a 10.000 euro.
Grazie alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Davide Seminara e Salvatore Cristaudo sono stati individuati i responsabili di questa piazza di spaccio: Dario Caruana, Giovanni Caruana e Giuseppe Nicolosi, già tratti in arresto a giugno con l’operazione Chartago.
La piazza di spaccio veniva rifornita in via esclusiva da Andrea Luca Nizza, 30 anni, latitante, facente parte della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano.
Nel corso delle perquisizioni eseguite sono stati rinvenuti e sequestrati 46 involucri di “stecche” contenenti marijuana.
Uno dei destinatari della misura restrittiva risulta irreperibile ed è ricercato.
Gli arrestati sono stati condotti nelle case circondariali di “Bicocca” e “Piazza Lanza” e restano a disposizione dell’autorità giudiziaria.
L’operazione è stata denominata “Grimaldi Square”.