Cronaca

Genitori vittime del figlio, regime di terrore in una famiglia dell’Acese: “Vi dugnu focu”

CATANIA – La Procura Distrettuale della Repubblica etnea, nell’ambito delle indagini a carico di un catanese 34enne, indagato per i reati di “maltrattamenti in famiglia” ed “estorsione” nei confronti dei genitori, ha richiesto ed ottenuto dal G.I.P. del Tribunale etneo la misura cautelare della custodia in carcere, eseguita dai carabinieri della Stazione di Aci Sant’Antonio (Catania), che hanno associato l’uomo al carcere catanese di Piazza Lanza.

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati specializzati sui reati che riguardano la violenza di genere, seppur in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno fatto luce sulle condotte poste in essere dall’uomo, che fin dall’inizio del 2020 avrebbe reiteratamente sottoposto entrambi i genitori ad un vero e proprio “regime di terrore”, costringendoli a vivere la quotidianità in un clima vessatorio caratterizzato da offese, minacce di morte e richieste di somme di denaro.

In particolare in diverse occasioni, dopo aver assunto stupefacenti, lo stesso si sarebbe rivolto al padre e alla madre con gravi espressioni minatorie quali: “Vi taglio la testa” o “Vi dugnu fuoco”, passando poi purtroppo alle vie di fatto con spintoni ad entrambi e schiaffi per la madre, colpevole di aver tentato di riportare il figlio alla calma.

Le diverse aggressioni fisiche poste in essere dal 34enne in danno dei genitori, come pure il danneggiamento delle suppellettili, sarebbero state in realtà azioni strumentali alle richieste di denaro, per importi variabili tra i 30 e i 100 euro, nella maggior parte dei casi soddisfatte dai familiari, totalmente impauriti e sottomessi.

Nonostante lo scorso luglio il soggetto, a seguito dell’intervento dei carabinieri su richiesta dei genitori, si fosse volontariamente allontanato dall’abitazione, il clima familiare sarebbe addirittura peggiorato, poiché i due coniugi avrebbero continuato a subire incursioni notturne a casa da parte del figlio, che puntualmente, dopo averli minacciati di morte, avrebbe continuato a chiede ad entrambi del denaro.

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