Garibaldi Nesima, Foti e La Rosa chiedono maggiore rispetto e tutela per i lavoratori esterni

Garibaldi Nesima, Foti e La Rosa chiedono maggiore rispetto e tutela per i lavoratori esterni

CATANIA –Assicurare ai lavoratori delle imprese esterne vincitrici di appalto che si occupano della pulizia dei locali dell’ospedale ‘Garibaldi’ di Nesima la tutela per la propria salute, in ordine alla pandemia da covid-19, al pari di tutti gli altri lavoratori dell’Arnas”.

Lo dichiarano il segretario generale della Filcams-Cgil di Catania, Davide Foti, e Concetta La Rosa (della segreteria provinciale Filcams), al termine di un incontro con la Direttrice Sanitaria di Presidio dell’Arnas “Garibaldi” di Nesima, dott.ssa Graziella Manciagli, alla quale è stata rappresentata la questione – emersa in un’assemblea sindacale – che riguarda la protezione dal contagio dal virus dei lavoratori esterni che svolgono il servizio di pulizia degli spazi ospedalieri, locali, ambulatori e reparti.

Per la Filcams, questi lavoratori non verrebbero informati del soggiorno, negli ambienti da pulire, di soggetti risultati positivi al tampone volto all’individuazione del contagio, con la conseguenza che eseguono un’opera di pulizia e non di sanificazione, che richiederebbe l’applicazione di un protocollo con la protezione mediante presidi individuali di tutela.

C’è una sottovalutazione del problema sicurezza dei lavoratori – dichiarano Foti e La Rosa – quando questa riguarda un committente che ha un contratto d’appalto. Esortiamo i vertici aziendali ad avere maggiore considerazione e rispetto per questi lavoratori, indispensabili al pari del personale medico, che hanno prestato la propria opera nel corso del lockdown della scorsa primavera e continuano a prestarla adesso nell’emergenza in corso. Se tutti gli ambienti ospedalieri risultano quotidianamente igienizzati, con la garanzia di locali sicuri per pazienti e personale, ciò avviene grazie all’opera dei lavoratori dell’appalto di pulizia. Nell’incontro con la Direzione Sanitaria di Presidio – proseguono i sindacalisti Filcams – la dottoressa Manciagli è stata evasiva rispetto all’informazione da fornire ai lavoratori prima che questi facciano ingresso nei locali, ritenendo che non sia necessario distinguere fra pulizia e sanificazione e reputando per entrambe sufficienti solo guanti e mascherina.

“Da quanto ci risulta – chiudono Davide Foti e Concetta la Rosa –, i lavoratori delle imprese esterne di pulizia, nonostante siano sottoposti a programmazione di tampone, avrebbero un percorso differente nella loro esecuzione e continuano a lavorare in attesa dell’esito, circostanza che mette a rischio la salute dei loro colleghi: una discriminazione che non avrebbe motivo di sussistere soprattutto in un’azienda ospedaliera

Immagine di repertorio