Furgone nazionale in tour a Catania. “I diritti non sono in appalto”

Furgone nazionale in tour a Catania. “I diritti non sono in appalto”

CATANIA –La crisi è iniziata almeno sette anni fa. Diminuiva il numero di bimbi iscritti e di conseguenza anche il numero di ore. Ma ora, con il cambio di appalto, è il nostro stesso posto di lavoro ad essere a rischio ogni giorno. E le ore diminuiscono sempre più, così come la nostra paga. Andiamo avanti sperando ogni giorno di potercela cavare con mille sacrifici“. A raccontare la sua storia di lavoratrice nel settore appalti è Pina Guardo, che lavora come ausiliaria in una coop che assicura servizio agli asili nido.

Pina stamattina ha reso la sua testimonianza in occasione della tappa catanese del furgone che promuove in giro per l’Italia il tour della Cgil nazionale sul tema “Gli appalti sono il nostro lavoro. I diritti non sono in appalto”. L ‘iniziativa promossa dal sindacato è a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare sulla questione appalti e il mezzo stamattina ha sostato davanti all’ingresso dell’ospedale Garibaldi di piazza S. Maria di Gesù. All’iniziativa erano presenti il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, il segretario della Fp Cgil Gaetano Agliozzo, la responsabile del Dipartimento legalità della Cgil, Pina Palella, ma soprattutto i tanti passanti che incuriositi hanno sottoscritto il documento del sindacato che a Catania ha già raccolto circa 5 mila firma in meno di un mese. Il furgone percorrerà, nel suo viaggio, tutta l’Italia per arrivare a Roma entro la seconda metà di aprile e chiudere così la campagna e le sottoscrizioni.

Registriamo una grande sensibilità tra lavoratori di tutti i settori in questa raccolta – spiega Pina Palella -. Il destino di chi lavora in appalto o in subappalto riguarda il pubblico e il privato, è oramai noto a tutti: il meccanismo che si è creato prevede che gli enti pubblici abbattano i costi, che le coop partecipino alle gare attivando un pericoloso e illegale ribasso pur di aggiudicarsi il lavoro e alla fine chi paga? Il lavoratore, al quale vengono decurtate moltissime ore oppure, peggio, viene eliminata del tutto la possibilità di lavorare. I settori più coinvolti sembrano essere quello della sanità, delle telecomunicazioni (call center), servizi e quello dell’edilizia“.

Il tutto mentre nel paese si moltiplicano le iniziative di raccolta firme. La sorte dei lavoratori in (e in sub) appalto in tempi di Jobs Act, fa notare la Cgil, “si aggrava considerevolmente, sul versante lavoro e ammortizzatori sociali. Il segretario della Fp, Gaetano Agliozzo, sottolinea che a Catania sono almeno 4000 gli addetti del settore pubblico che lavorano con il sistema appalti. “E oggi, tutto si aggrava con il jobs act che fa saltare tutele che avevamo considerate acquisite.