Fuga all’estero di pensionati: regimi fiscali vantaggiosi e accesso a servizi previdenziali

Fuga all’estero di pensionati: regimi fiscali vantaggiosi e accesso a servizi previdenziali

CATANIA – La “fuga dei cervelli”, che negli ultimi anni ha portato via dall’Italia numerosi giovani, non è l’unico fenomeno di emigrazione verso altri paesi: infatti, un altro simile è la “fuga delle pensioni”.

Negli ultimi anni sono aumentati sensibilmente i dati riguardanti i “migranti previdenziali”, cioè i pensionati che si trasferiscono definitivamente in un altro paese. Questo fenomeno, che gli inglesi conoscono bene e definiscono “Migrazione internazionale dei pensionati”, interessa la maggior parte dei paesi occidentali e riguarderebbe fattori economici ed extra economici.

I pensionati che vanno via dall’Italia oltre a guardare all’aspetto economico (costo della vita, i prezzi delle abitazioni e il livello della tassazione) ma anche alle condizioni climatiche e ambientali, la dotazione di infrastrutture previdenziali ed economiche, l’accessibilità a un servizio sanitario gratuito e rapido, la presenza di una comunità di altri pensionati all’estero e la sicurezza personale e patrimoniale.

In Italia il fenomeno si è sviluppato, rispetto ad altri paese dell’Europa Settentrionale e al Canada, recentemente. Infatti i nostri anziani, in molti casi, partecipano attivamente all’interno delle famiglie diventando dei veri “ammortizzatori sociali”. Inoltre, il fenomeno ha interessato inizialmente i pensionati con redditi medio-bassi, gran parte dei quali oggi hanno 80 anni e, successivamente, i redditi medio-alti.

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), nell’anno 2018 ha erogato all’estero circa 392mila pensioni Ivs (Invalidità, Vecchiaia, Superstiti), comprese quelle dei lavoratori stranieri che dopo aver raggiunto il diritto alla pensione hanno deciso di tornare nei paesi di origine.

Dalle statistiche risulta che i nostri connazionali hanno deciso di trasferirsi maggiormente in Canada (54mila), Germania (52mila), Svizzera (47mila), Australia (46mila), Francia (44mila), Stati Uniti (36mila), Argentina (21mila), Belgio (14mila), Regno Unito (12mila) e Brasile (8mila).

Ciononostante sono in crescita altre comunità di connazionali in pensione in altri paesi allettanti quali Portogallo, Tunisia, Marocco, Emirati Arabi, Thailandia e la vicinissima Malta. Questi paesi sono accomunati dal fatto di avere uno stile di vita molto più basso e un regime fiscale vantaggioso.

In Tunisia vi è un abbattimento dell’80% delle spese fiscali. In Portogallo, invece, la totale esenzione. A Malta e in Thailandia possono godere di esenzioni a livello previdenziale e sanitario, oltre, che ad aliquote che non superano il 15%

Inoltre, secondo i dati riguardanti la compravendita immobiliare, il numero delle seconde case acquistate dai nostri pensionati all’estero ha scavalcato la soglia delle 46mila unità, superando di oltre il 50% i dati di 10 anni fa. Le mete dove i neo pensionati guardano per un possibile affare sono: Algarve in Portogallo, Santo Domingo nella Repubblica Domenicana o Tenerife in Spagna, dove possono godere del mare, di clima mite e stile di vita migliore.

Ma se dell’Italia vanno via giovani e pensionati, chi resterà nei suoli nazionali?