CATANIA – Francesco Curcio ha ufficialmente assunto oggi l’incarico di Procuratore Capo a Catania.
Alla presenza di autorità e colleghi, tra cui il Procuratore Generale Carmelo Zuccaro, già Procuratore di Catania, e l’ex procuratrice facente funzioni Agata Santonocito, Curcio ha tracciato le linee del suo mandato parlando di collaborazione, criminalità, migranti, rapporto tra magistratura e politica.
Il procuratore Francesco Curcio: “La criminalità muta pelle”
Durante il discorso di insediamento, Curcio ha parlato delle problematiche che si aspetta di dover affrontare a Catania, prima fra tutte la lotta alla criminalità organizzata. “La criminalità muta pelle – ha dichiarato – trasformandosi sempre più in un comitato d’affari, in cui dominano i cosiddetti ‘colletti bianchi’”.
Curcio ha anche fatto riferimento all’aumento delle violenze domestiche e all’uso “spregiudicato” e illecito degli strumenti finanziari ed economici, che contribuiscono al riciclaggio dei proventi delle attività illecite.
I ringraziamenti a Zuccaro e Santonocito
Francesco Curcio, che lascia la procura di Potenza per l’incarico a Catania, ha ringraziato Carmelo Zuccaro e Agata Santonocito, dichiarando di voler onorarne il lavoro: “Spero di non farli rimpiangere. La Procura è una squadra, è assurda la figura di un capo che guida senza confrontarsi. Potrà sembrare strano parlare di gestione democratica, ma il confronto è fondamentale. Il risultato di uno è il risultato di tutti”.
Procura di Catania tra le migliori d’Europa
Il neo procuratore capo a Catania ha fatto riferimento alla propria esperienza maturata a livello europeo per affermare che la Procura di Catania è una delle migliori in Europa per inchieste sull’immigrazione clandestina.
Ha ricordato l’impegno assunto dall’Italia nel 2006 con il trattato di contrasto ai trafficanti e assistenza alle vittime di tratta. “La Procura di Catania – ha detto – è tra le migliori in Europa, e non solo in Italia. Abbiamo delle professionalità invidiate all’estero, e dobbiamo valorizzarle”.
Magistratura e politica rispettano i loro compiti
Sollecitato dalla stampa a commentare il rapporto tra magistratura e politica, il neo procuratore Curcio ha parlato dell’importanza di una chiara distinzione tra i ruoli: “Ognuno deve fare ciò che gli spetta. A noi magistrati compete interpretare le leggi, che seguono una gerarchia: la Costituzione, i trattati internazionali, le leggi dello Stato e quelle regionali. La politica ha un ruolo più alto, quello di indirizzo, ma questo non significa che dobbiamo venire meno al nostro lavoro”.