Foto di minori sui social, sì o no? Legge e opinione pubblica a confronto

Foto di minori sui social, sì o no? Legge e opinione pubblica a confronto

CATANIA – Nel 2018 è praticamente quasi impossibile non includere i social network nella propria vita quotidiana. Questo è valido in quasi tutti i Paesi e, da qualche tempo, a tutte le età.

Ognuno di noi è “esposto” su Facebook e/o su Instagram già dalla tenera età, ben prima di compiere i 13 anni, età minima per poter aprire un profilo personale su quasi tutti i social.

Solitamente le foto di bambini sui social sono diffuse direttamente dai genitori o dai parenti più prossimi: la pubblicazione delle loro immagini, nella maggior parte dei casi, ha principalmente lo scopo di condividere con gli amici momenti di gioia legati alla nascita o all’infanzia dei minori coinvolti e, apparentemente, è un atto privo di conseguenze negative.

La pericolosa natura dei social network, però, rendono la scelta, apparentemente innocente e senza dubbio operata in buona fede, più rischiosa di quanto possa sembrare: la rete, infatti, nasconde non pochi malintenzionati, che alle volte rubano immagini di bambini piccoli e adolescenti o le commentano in maniera oscena.

Le osservazioni inadeguate di gente senza scrupoli, purtroppo, non sono l’unica conseguenza negativa del rendere pubbliche le foto dei più giovani: le immagini ritraenti minorenni, infatti, sono le più esposte al pericolo pedopornografia. Lo dimostrano numerosi casi di cronaca, aumentati vertiginosamente negli ultimi anni, malgrado i numerosi tentativi dell’amministrazione di Facebook e Instagram di tutelare la privacy degli utenti con strumenti sempre più innovativi.

L’aumento di casi di questo tipo anche in Sicilia ha spinto molte persone a condannare la pubblicazione di foto di minori, in particolare di neonati, sui social network per la preoccupazione che “i pazzi che si aggirano sul web” possano impossessarsi di queste (nonostante le impostazioni della privacy) e utilizzarle per fini tutt’altro che nobili.

Ciò nonostante, un recente sondaggio da noi lanciato su diversi gruppi fa emergere che molti catanesi, di fronte a questo problema, preferisce prendere una posizione moderata: molti, infatti, ritengono che pubblicare foto di minori sui social network non sia un problema, purché si abbia il consenso dei genitori dei bambini e si presti attenzione.

“Basta avere buon senso, dicono alcune persone che sostengono questa idea, ritenendo che prestare attenzione al tipo di foto postata e alle impostazioni della privacy sia già abbastanza per evitare brutti incidenti.

Rimane comunque nutrita la fazione che si schiera decisamente dalla parte del “no”, ritenendo più sicuro e corretto nei confronti dei bambini e dei ragazzi minorenni evitare di rendere pubbliche e far girare i loro volti sul web.

Essendo Facebook e Instagram fenomeni relativamente recenti, non esiste ancora una legislazione precisa in merito alla questione. Al momento, sembra che il consenso di entrambi i genitori (o i tutori legali) del minore sia sufficiente a permettere la pubblicazione delle sue foto sul web: secondo il Codice Civile, infatti, “Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni” (articolo 147). Questo dovere include, nel contesto odierno, anche l’obbligo di gestire correttamente l’immagine pubblica del minore.

Il negato consenso di uno dei tutori o dello stesso minorenne ritratto nelle foto comporta l’imposizione dell’eliminazione delle immagini del bambino o del ragazzino da ogni profilo pubblico sul web.

I dibattiti e gli interventi di professionisti, genitori e diretti interessati continuano ad aumentare di giorno in giorno e, probabilmente, presto i giuristi saranno costretti ad applicare leggi più specifiche per gestire i problemi legati alla questione e si dovranno organizzare sempre più campagne di sensibilizzazione sui potenziali pericoli nascosti dietro il web e il mondo virtuale, di cui molti adulti e giovani sono consapevoli spesso solo in parte.

Immagine di repertorio