Fondi Ipab, case portate via e lavorare senza essere pagati: la triste realtà dell’Oasi Cristo Re

Fondi Ipab, case portate via e lavorare senza essere pagati: la triste realtà dell’Oasi Cristo Re

CATANIA – C’è anche chi non può pagare il mutuo e perde la casa perché lavora ma non viene pagato. È la tragica situazione in cui vivono molti dipendenti Ipab dell’Oasi Cristo Re di Acireale, che da oltre 24 mesi non percepiscono lo stipendio, eppure lavorano e garantiscono il loro servizio assistenziale.

“I ragazzi sono assistiti anche meglio dei nostri figli. Hanno la paghetta e anche i vestiti nuovi. Ora, questa situazione non interessa più a nessuno, né alla chiesa né, soprattutto, ai politici. Se non siamo appoggiati da chi ha una coscienza umana saremo costretti a chiudere. Non siamo carne da macello! Come si fa a pretendere poi che paghiamo le tasse?”, parla così un’infervorata Francesca Grasso. E come lei, tanti altri suoi colleghi non vivono una situazione felice.

“Abbiamo un contratto in regola – raccontano Vera Grasso e dell’Rsu Cgil e Salvo Racitima il problema è che non veniamo pagati. Colpa del fatto che non è stato più erogato il contributo previsto dalla legge 71 e dal fatto che non sono più state pagate le rette: 42 euro per gli autosufficienti e fino a 80 per quelli che richiedono assistenze particolari. Inoltre, come se non bastasse, dal 31 agosto 2013 accogliamo i minori, anche quelli extracomunitari. Fino ad ora hanno solo parlato”. In sintesi: tante promesse non mantenute.

E sono proprio i minori non comunitari a creare anche qualche problema di troppo. Sia per comportamento, sia per il tipo di assistenza di cui hanno bisogno. La realtà da cui provengono, infatti, richiede la presenza di educatrici e psicologhe: “Ci mettiamo i soldi di tasca – dichiara infuocata l’educatrice Doriana Zappalà -. Non siamo pagati e per di più siamo assunti come lavoratori autonomi. Quindi non abbiamo ferie e quando manchiamo dobbiamo mandare un sostituto pagato da noi. È normale tutto questo? Siamo in 9 in questa condizione tra educatrici e psicologhe. Il tutto dopo aver passato tre anni di calvario con i contratti a progetto”.

E, infine, la triste realtà viene messa ancor più sotto i riflettori da Marianna Santini dell’Rsu Cisl Fp: “Avere i minori crea molte difficoltà. Ma ne crea ancora di più non avere gli stipendi e avere 5 anni di retribuzione accessoria non pagati. Facciamo tantissimi sacrifici per riuscire a vivere, ma c’è anche qualcuno a cui viene portata via la casa”.