Fondi europei, focus su Catania e provincia: quali programmi, quali investimenti?

CATANIA – Lo dice la Commissione Europea: mentre in Italia sono stati creati nel settennio 2007/2013, quasi 60mila posti di lavoro, la Sicilia si è posizionata in coda nella classifica della capacità di programmazione dei fondi europei.

Al momento, la spesa per la nuova programmazione 2014/2020, è pari a zero. Per la Cgil è essenziale non ripetere gli errori del passato. Come? Per esempio avviando le grandi  opere.  Tra i  progetti conclusi  ci sono ristrutturazioni,  facciate,  infissi,  interventi sicuramente essenziali ma di piccole dimensioni rispetto alla base dei fondi di 4 miliardi e mezzo di euro di cui dispone la Sicilia.

Proprio stamattina la Cgil ha fatto il punto sul tema “Programmazione europea 2014/2020. Focus su Catania e provincia: quali programmi, quali investimenti?”, iniziativa conclusa dalla segretaria nazionale Gianna Fracassi. Ha presieduto i lavori il segretario generale della Cgil di Catania, Giacomo Rota, mentre l’introduzione è stata affidata a ­Rosaria Leonardi, segretaria confederale CGIL Catania. Sono intervenuti, tra gli altri, Franco Garufi , esperto politiche di Coesione CGIL Sicilia, Giovanni Grasso, direttore di Confindustria Catania e Giovanni Fragola, direttore Ance Catania. È seguito un dibattito con Michele Pagliaro, segretario generale CGIL Sicilia.

L’analisi di Garufi ha chiarito come mai la Regione Sicilia sia stata costretta a restituire ben 117 milioni di euro all’Unione europea, ma anche che, almeno per certi aspetti, la nuova programmazione sia partita sotto una nuova luce. Eppure a tre anni dall’avvio, i dati ci parlano di una spesa del tutto insoddisfacente. Cosa fare allora? “Dimostrare che la Sicilia ha una reale capacità di spesa avviando i cantieri; – spiega – l’isola ha a disposizione un pacchetto di risorse pari a 10 miliardi di euro mettendo insieme fondi europei, di sviluppo e coesione”.

A fine giornata, il bilancio della Cgil di Catania sui lavori del “focus”, è in chiaroscuro; per il segretario Giacomo Rota: “Non possiamo dirci soddisfatti. Ci sono ancora troppe criticità e si può lavorare di più e meglio. Le relazioni dei tecnici ci dimostrano che quando il Comune di Catania vuole lavorare, riesce a dare un’impronta diversa e migliore ma credo che occorra fare molta strada. Da parte dei governi regionali non c’è stata capacità di spesa e questo non possiamo sottovalutarlo. Ed è comunque un problema che riguarda l’intera Italia, che su questo fronte continua ad arrancare”. Il segretario Rota ha chiesto a tutte le organizzazioni presenti al focus di chiedere insieme alla Cgil la convocazione dell’apposita “cabina di regia” al Comune di Catania.