Festa della donna, si specula meno e si pensa di più

Festa della donna, si specula meno e si pensa di più

CATANIA – Spogliarellisti, cene e serate a tema, vendita di fiori: la festa della donna rappresenta in molti casi la fortuna di diverse attività commerciali. 

L’8 marzo, infatti, molti gruppi di donne si organizzano per uscire e dedicarsi una serata insieme e in spensieratezza. C’è chi va a mangiare una pizza, chi esce per una cena completa. E poi c’è chi, invece, vuole concedersi qualche capriccio: ecco allora le serate in discoteca o in locali in cui è previsto lo show di qualche spogliarellista.

Ma quanto costa una serata del genere? In molti sicuramente penseranno che, come spesso accade in occasioni del genere, si assista a una lievitazione dei prezzi non indifferente. Eppure nel 2016, come da qualche anno a questa parte, la tendenza alla speculazione e al consumismo sembra destinata ad essere ridimensionata.

A spiegarlo è il rappresentante Federconsumatori di Catania, Salvo Nicosia: “È indiscutibile che qualcuno cerchi sempre di lucrare, ma negli ultimi anni le cose sono cambiate. Le donne vogliono essere festeggiate diversamente e l’aspetto commerciale passa in secondo piano”.

Un ruolo importante in questa inversione di tendenza lo svolge sicuramente l’evoluzione dei costumi. Si parla spesso di violenza sulle donne e femminicidi. Il gentil sesso rivendica sempre più la sua emancipazione e i diritti sociali guadagnati negli anni con tanta fatica e tante lotte. Per farla breve, la donna “vorrebbe essere festeggiata ogni giorno”, non una volta l’anno.

Una considerazione pienamente condivisa da Nicosia: “Negli ultimi anni la sensibilità è cambiata e si è tornati sempre più al valore originale della festa. Assumono molta più importanza le iniziative e le manifestazioni”.

Inutile nascondersi dietro un dito però: la crisi ha sicuramente fatto la sua parte.