Ferrovie dello Stato abbandona la Sicilia. Ed è forte polemica

Ferrovie dello Stato abbandona la Sicilia. Ed è forte polemica

CataniaLa Sicilia sempre più ai margini dell’Italia. È quello che accadrà dal prossimo 13 giugno a causa della politica di dismissione progressiva, da parte delle Ferrovie dello Stato, del traghettamento dei treni sullo stretto di Messina.

La denuncia arriva dal gruppo parlamentare Articolo 4 dell’Ars. La Regione – secondo i suoi rappresentanti – faccia sentire forte la propria voce non solo attraverso la lettera inviata dal presidente Crocetta ma con atti concreti nella gestione dei rapporti con le Ferrovie con le quali si dovrà firmare un contratto di servizio che non può non tener conto di queste scelte”.

Una denuncia che fa seguito, quindi, alla lettera inviata da Crocetta al ministro dei trasporti Maurizio Lupi.

Non è pensabile – aveva scritto il governatore – che si valuti il problema soltanto in termini economici perché i siciliani hanno diritto di poter usare i treni per salire in continente senza dover sbarcare portandosi dietro le valigie. Sarebbe un’immagine desolante, perfino pietosa della Sicilia. Questa terra per sopravvivere deve fare turismo“.



Ennesima manovra, quindi, atta ad isolare ed indebolire ulteriormente una terra ed un popolo, che, dopo aver dovuto sopportare l’innalzamento dei pedaggi autostradali, l’inesistenza di treni “freccia rossa” (che partono da Salerno in su) e, l’ormai abbandono del progetto del ponte sullo stretto, dovrà subire anche questo. 

Non accettiamo – concludono i rappresentanti di Articolo 4che la nostra Regione sia considerata alla stregua dell’ultima periferia dell’«Impero». Occorre garantire la continuità territoriale del Paese anche a livello ferroviario, garantire la mobilità dei siciliani come dei calabresi e tutelare i livelli occupazionali messi fortemente a rischio da queste inopinate scelte”.

Che sia giunto davvero il momento in cui il popolo siciliano faccia sentire la propria voce?