La famiglia siciliana abbandonata dalle istituzioni nazionali e locali

La famiglia siciliana abbandonata dalle istituzioni nazionali e locali

CATANIA – Spulciare dati sul lavoro, sui giovani, sul disagio degli immigrati, sulle prospettive occupazionali e, soprattutto, sul gap esistente fra il nord ed il sud del Paese diventa sempre più sconsolante. Ad analizzare i numeri sulle famiglie siciliane, purtroppo, la disperazione cresce ancor di più. Dalla lettura dei dati Istat emerge infatti un quadro preoccupante della realtà sociale delle famiglie siciliane.

“I dati Istat che fanno riferimento a questi anni di crisi (2008-2012) indicano chiaramente lo stato di difficoltà attuale delle famiglie siciliane: oltre la metà di esse (53,9%) ha difficoltà ad arrivare a fine mese, contro il 37,8% della media nazionale. Eppure la Sicilia possiede capacità “silenti”, inespresse, ma che sono le risorse più importanti per riattivare lo sviluppo e uscire dalla crisi”. Sono queste le indicazioni di base fornite da Santino Scirè, presidente delle Acli Sicilia e vicepresidente nazionale con delega nazionale alla Famiglia, che è al lavoro per avviare “La famiglia che c’è”, l’iniziativa nazionale che prevede 20 incontri regionali e che in Sicilia ha già fissato un appuntamento a Catania domani, lunedì 15 dicembre. L’appuntamento è fissato nella sede Acli di Corso Sicilia 111 alle 10,30.

Saranno presenti, oltre al presidente Scirè, l’assessore regionale al lavoro ed alla famiglia, Bruno Caruso, Salvo Sorbello, delegato nazionale Anci per la famiglia e il presidente di Acli Catania, Franco Luca.

Per l’occasione saranno illustrati ai giornalisti i dati regionali sulla situazione socio economica delle famiglie dell’Isola, approfondendo anche il posizionamento delle province. Esse, infatti, sembrano vivere al crocevia di traiettorie economiche e istituzionali assai complesse e non di rado contraddittorie. In generale, le famiglie residenti in Sicilia risultano ancora socialmente vulnerabili e troppo condizionate dalle contingenze.

Al lavoro c’è già il team dell’Area Politiche di Cittadinanza, una struttura delle Acli nazionali che si occupa di sviluppare i temi e le azioni riguardanti ambiti specifici quali economia, lavoro, welfare, politiche per la famiglia e immigrazione.

“Il lavoro già avviato per la Sicilia è complesso e denso di analisi culturali e sociali che non possono essere lasciate nel cassetto una volta concluse – spiega Santino Scirè -. Il nostro obiettivo è registrare la realtà al fine di cambiarla”.

L’innesco per la riflessione e il dibattito in ogni incontro sarà fornito dai dossier regionali, realizzati dall’Area Politiche di Cittadinanza delle Acli, che inquadrano la situazione socio-economica delle famiglie (italiane e straniere) sulla base di dati statistici secondari e di propria elaborazione.

“La Sicilia, infatti, risulta essere una delle regioni italiane che investe meno nel welfare sociale municipale, cioè nello strumento più adatto a risolvere i problemi che interessano le famiglie popolari. Nell’isola viene spesa in favore di questo tipo di politiche una cifra pro capite molto bassa rispetto alla media nazionale. Tale lacuna, tuttavia, trova una parziale compensazione mediante altri trasferimenti pubblici (es. pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento) – continua Scirè – che nel loro complesso costituiscono la principale fonte economica di quasi la metà delle famiglie siciliane. Il risultato è una stratificazione di misure mal calibrate rispetto ai problemi reali: la famiglia siciliana sembra rimanere socialmente ed economicamente instabile, sensibile ai cambiamenti e agli eventi negativi improvvisi e mal protetta dalle istituzioni locali e nazionali. Di conseguenza essa raramente vive in condizioni tali da poter realizzare progetti in grado di andare oltre l’immediato”.

L’Area Politiche di Cittadinanza delle Acli, è coordinata da Giuseppe Marchese, coadiuvato da uno staff di ricercatori sociali con una spiccata vocazione per la pratica sociale e associativa: Cristina Morga, referente Welfare, Famiglia e Immigrazione, Federica Volpi, referente Economia e Lavoro, David Recchia, Angela Schito e Marta Simoni, esperti tecnici. La segreteria organizzativa è affidata ad Ernesta Coppola.