Etna, l’INGV conferma lo “stato di calma” del cratere: la Mamma si placa e si mette a “taliari u mari”

Etna, l’INGV conferma lo “stato di calma” del cratere: la Mamma si placa e si mette a “taliari u mari”

CATANIA – L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Osservatorio Etneo, comunica che sulla base delle osservazioni compiute attraverso un sopralluogo effettuato da personale INGV e tramite l’analisi delle immagini della rete di telecamere di sorveglianza è stato possibile accertare che i flussi lavici descritti nei precedenti comunicati non sono più alimentati e sono in corso di raffreddamento. Durante il sopralluogo sono stati prelevati campioni dei prodotti dell’attività esplosiva. Dal punto di vista sismico, il tremore vulcanico, nelle ultime ore, ha mostrato modeste oscillazioni della sua ampiezza mantenendosi attualmente su un valore medio.

Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non mostrano più deformazioni significative sui segnali delle stazioni ad alta e media quota rispetto al comunicato n°107. Nell’immagine qui sotto, della telecamera di sorveglianza visiva sulla Montagnola, si vede la situazione ai crateri sommitali al tramonto: il Cratere di Sud-Est in stato di calma e uno sbuffo di cenere dal cratere Voragine.

Fonte immagine Facebook – INGVvulcani

L’Etna, dunque, dopo settimane di spettacolo, cenere e colate, si placa. Talmente bella e simbolica che le hanno dedicato pure un panettone. Una mamma che abbraccia la sua città e i suoi figli cittadini sin dall’alba e che, nonostante piccoli momenti di paura, si fa amare e decantare. Così, per esempio, Federica ha onorato Mamma Etna su Facebook, con una poesia siciliana e delle immagini che raccontano più di ogni parola lo spettacolo del vulcano più alto d’Europa e – almeno per noi catanesi – più bello del mondo.

Tradotta dal dialetto, la poesia recita: “Sfogati, terra mia. Sfoga tutto il dolore, monte mio. Che quando fai così mi fai spaventare. Fai tremare la terra, talmente sei nervosa, che ti fanno buttare il fuoco. Poi ti calmi, perché sei femmina e si sa che le femmine il dolore se lo portano dentro. E allora zitta zitta, senza fare danno, guardi il mare“. La descrizione di una fede, non di un semplice vulcano, di una donna che si arrabbia, ma che ti abbraccia, che fa tremare i cuori, ma allo stesso tempo incanta. Attraente come una calamita, potente come un evento naturale, saggia come una madre.

Non ci ha deluso, questa volta, l’Etna. Il terremoto spaventoso di ieri, 22 dicembre, che ha fatto tremare la Sicilia, così come confermato dall’Ingv, non è correlato a nessun evento di natura Etnea. Due anni fa, la Mamma rimproverò i suoi figli, forse colpevoli di non prendersi cura della sua casa, la natura. Quest’anno invece, tra pandemia, morte, atrocità e sofferenza, Mamma Etna ci ha abbracciati ancora più forte e ha scaldato i nostri cuori per poi addormentarsi e “taliari u mari“.

Fonte immagine Facebook – Federica Giannino