Fonte foto screenshot video Michele Mammino
CATANIA – Una nuova sorprendente attività eruttiva è iniziata ieri sera, poco dopo le 23,30, con protagonista sempre lei: mamma Etna e una eruzione, l’ennesima di questi giorni, spettacolare.
Fonte foto Tonino Giorgianni
Due le colate che hanno “illuminato” la notte ai catanesi: la prima visibile da Zafferana Etnea, mentre la seconda colata, con alte fontane, si è riversata dentro la Valle del Bove. Cenere e lapilli, come la giornata scorsa, hanno colpito i Paesi ai piedi dell’Etna, primi fra tutti Zafferana e i territori acesi.
Fonte foto Boris Behnck
Vista da Stazzo – Fonte foto Orazio Aleppo
Una attività esplosiva, secondo gli esperti, maggiore rispetto a quella dei giorni scorsi. Così come viene indicato nel grafico che vi postiamo sotto.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che l’attività di fontana di lava si è esaurita alle 00,55 UTC circa. I flussi lavici sono ancora in lento avanzamento ma non sono più alimentati. La colata lavica principale si sta espandendo sul fondo della Valle del Bove ad una quota poco sotto 2.000 metri, avendo percorso 3,5-4 chilometri.
Un flusso più piccolo è diretto verso la Valle del Leone ed è lungo circa 1 chilometro con un fronte a quota 2.900 metri circa. Un ulteriore trabocco è avvenuto sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est, alimentando una piccola colata verso sud-ovest.
Fonte foto screenshot video Michele Mammino
La nube eruttiva è stata spinta dal vento verso sud-est, causando ricadute di cenere e lapilli sugli abitati in quel settore del vulcano.
Dopo aver raggiunto il valore massimo intorno alle 00,10, l’ampiezza media del tremore vulcanico è diminuita velocemente e adesso presenta valori medi, ben al di sotto di quelli che si registravano prima della fontana di lava. La sorgente del tremore risulta localizzata in coincidenza del Cratere di SE, alla profondità di circa 2.800 metri sopra il livello del mare.
Fonte foto screenshot video Michele Mammino
Anche l’attività infrasonica è diminuita notevolmente, con valori bassi sia nel tasso di accadimento che nell’ampiezza media dei transienti infrasonici. I dati di deformazione della rete GPS non hanno registrato variazioni significative, mentre i segnali della rete clinometrica hanno mostrato contenute variazioni in concomitanza con l’attività eruttiva.
Fonte foto screenshot video Michele Mammino
Fonte foto screenshot video Michele Mammino
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