Minacciavano di rapire il figlio e estorcevano denaro a commerciante: 6 arresti nel clan Cappello – Bonaccorsi

Minacciavano di rapire il figlio e estorcevano denaro a commerciante: 6 arresti nel clan Cappello – Bonaccorsi

CATANIA – Durante le indagini coordinate dalla procura distrettuale della Repubblica di Catania, lo scorso 1 febbraio, la Polizia di Stato ha arrestato Salvatore Crupi (a sinistra nella foto), 37enne pregiudicato, e Roberto Mangiagli (a destra), 40enne pregiudicato, per il reato di estorsione aggravata, per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dall’appartenenza all’associazione mafiosa Cappello – Bonaccorsi e per aver agevolato l’attività dell’associazione.

 

La stessa sera, la Polizia di Stato ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso giorno 1.2.2018 dalla procura distrettuale – direzione distrettuale antimafia – di Catania, nei confronti di:

  • Claudio Strano, 41enne, pregiudicato e sorvegliato speciale di P.S.;

    Claudio Strano, 41 anni

    Claudio Strano, 41 anni

  • Antonino Grasso, 63enne, pregiudicato, in atto sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa;

    Antonino Grasso, 63 anni

    Antonino Grasso, 63 anni

  • Orazio Sapuppo, 44enne, pregiudicato;

    Orazio Sapuppo, 44 anni

    Orazio Sapuppo, 44 anni

  • Michele Rao, 45enne;

    Michele Rao, 45 anni

    Michele Rao, 45 anni

gravemente indiziati, a vario titolo, in concorso con Salvatore Crupi e Roberto Mangiagli, dei reati di estorsione e usura.

Il provvedimento di fermo si è fondato sugli esiti di attività di indagine di tipo tecnico, disposta e diretta dalla procura distrettuale antimafia di Catania e condotta dalla squadra mobile – sezione reati contro il patrimonio – “squadra antiestorsioni”.

Le indagini hanno consentito di accertare che il titolare di un esercizio commerciale catanese era vittima di usura e di successiva estorsione da parte di alcune persone facenti capo a Claudio Strano, noto esponente dell’omonima famiglia, inserita nella cosca mafiosa Cappello – Bonaccorsi.

Le indagini hanno permesso di appurare che la vittima, a seguito di un prestito di 4 mila euro risalente al settembre 2017, era costretto a pagare a Claudio Strano interessi usurari del 25% mensile.

La vittima, trovandosi in difficoltà economiche, dopo aver pagato gli interessi per alcuni mesi, non era più riuscita a sostenere il pagamento. Così, Claudio Strano aveva più volte inviato i propri emissari, Salvatore Crupi e Roberto Mangiagli, al negozio per intimare al titolare di continuare a pagare.

Tra i mesi di dicembre e gennaio, le indagini hanno fatto registrare ripetuti episodi di minaccia finalizzati a costringere la vittima a versare le somme di danaro di volta in volta richieste. In una occasione, gli emissari sono giunti persino a sostituirsi alla vittima e ai suoi dipendenti, alla cassa dell’esercizio commerciale, per prelevarne l’incasso.

E ancora, il 30 gennaio, Claudio Strano, ribadendo in modo veemente le proprie pretese di denaro, ha minacciato il commerciante di violente ritorsioni, prospettandogli, in particolare, l’intento di rapirne il figlio minorenne.

Lo scorso 1 febbraio, avendo avuto notizia dai servizi tecnici che due “esattori” si sarebbero recati all’attività commerciale della vittima per riscuotere una somma di danaro, il personale della squadra mobile ha organizzato un mirato servizio di osservazione nei pressi del negozio, nel corso del quale ha potuto vedere l’ingresso di Salvatore Crupi e Roberto Mangiagli all’interno.

Gli investigatori, non appena hanno avuto la conferma che la vittima aveva versato il danaro nelle mani degli estorsori, hanno deciso di intervenire bloccando fuori dall’esercizio commerciale i due, che sono stati trovati in possesso della somma di 300 euro in contanti consegnatagli dalla vittima.

Sulla base degli univoci e concordanti indizi raccolti nel corso delle indagini, la procura distrettuale di Catania ha, quindi, emesso nei confronti di Claudio Strano, di Antonino Grasso, di Orazio Sapuppo e di Michele Rao il provvedimento fermo di indiziato di delitto.

In particolare, è emerso che Michele Rao, parente di Claudio Strano, aveva concorso con quest’ultimo nella condotta di usura ai danni del commerciante, monetizzando alcuni assegni, a fronte del pagamento mensile di un tasso di interesse del 25%.

Orazio Sapuppo aveva svolto il ruolo di intermediario tra la vittima e Claudio Strano, sia al momento del prestito iniziale, accompagnando il commerciante nel rione cittadino di Monte Pò, sia successivamente, consegnando in più occasioni a Claudio Strano il denaro pagato dalla vittima a titolo di interesse usuraio.

Orazio Sapuppo, inoltre, è anche responsabile di un’autonoma condotta di usura e tentata estorsione, poiché, agendo in concorso col cognato Antonino Grasso, approfittando della disperazione del commerciante per l’impossibilità di pagare gli interessi usurari maturati aveva, a sua volta, sottoposto la vittima a usura, prospettando, in caso di mancato pagamento, violente ritorsioni.

In esito a perquisizioni eseguite nel corso dell’esecuzione della misura restrittiva, nell’abitazione di Michele Rao sono stati trovati e sequestrati una somma di danaro e assegni derivanti dall’illecita attività di usura. Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Catania – Bicocca a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Il 2 febbraio 2018, la procura distrettuale di Catania ha chiesto al giudice per le indagini preliminari la convalida dell’arresto e del fermo e l’emissione nei confronti dei sei indagati dell’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere. Il gip, lo scorso 5 febbraio, ha accolto la richiesta di convalida dell’arresto, disponendo la custodia in carcere nei confronti di Claudio Strano, Orazio Sapuppo, Michele Rao, Antonino Grasso e Salvatore Crupi e gli arresti domiciliari nei confronti di Roberto Mangiagli.